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Al via il Green Pass
Green Pass (1) per accedere ad aerei, treni, cinema, ristoranti, bar, ecc.
L’annuncio del Presidente francese Macron dei giorni scorsi ha fatto schizzare di oltre due milioni in Francia il numero delle prenotazioni per farsi vaccinare.
E, nel nostro Paese, favorevoli o contrari?
E’ costituzionale o incostituzionale?
Si è aperto anche in Italia il dibattito che, come sempre, riempie spazi televisivi, giornali, reti sociali, salotti, piazze, spiagge, navi da crociera, stadi di calcio, cinema, teatri, ristoranti, discoteche, bar, eccetera, con argomentazioni più disparate, senza mai venirne a capo e soprattutto ributtando il tutto in caciara, ma anche in politica (evidentemente ai soli fini di rendita elettorale), cosicché la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia della Meloni definiscono aberrante tale ipotesi, mentre tutti gli altri – in maniera ondivaga – si muovono in ordine sparso secondo come gira il vento.
Oltre quattromilioni di morti nel mondo e quasi centotrentamila solo in Italia rappresentano cifre da capogiro, e l’insorgenza di continue varianti che subdolamente aggrediscono il genere umano in questa guerra senza frontiere, non ci lascia scampo: l’unica arma di difesa oggi disponibile, grazie all’immenso sforzo della Comunità scientifica, è il vaccino anti Covid-19. La Comunità scientifica che in soli otto mesi è riuscita a bruciare le tappe, ma anche grazie agli Stati che hanno messo in piedi una potente macchina logistica per la distribuzione e l’inoculazione del prodotto.
Come non mai, al netto delle prime, inevitabili complicazioni iniziali, è partito un sistema di prenotazione di una semplicità esemplare, Centri vaccinali organizzati alla perfezione, per ciascuno un medico a disposizione per il triage preventivo nel corso del quale rappresentare il proprio stato di salute e ricevere indicazioni qualificate circa il vaccino che verrà iniettato, rilascio immediato di certificazione con contestuale fissazione della data, ora e luogo per la seconda dose, fatta la quale ti arriva sul telefonino il Codice per scaricare il tuo “Green Pass”.
Su Marte?
No … qui da noi … in Italia!
E, allora, dov’è il problema?
Fake news e controinformazioni di ogni genere minano costantemente il faticoso lavoro degli scienziati, medici, operatori, volontari, ecc., mettendo i bastoni tra le ruote per scoraggiare la gente a vaccinarsi, ostacolando o comunque rallentando i processi finalizzati al raggiungimento della cosiddetta “immunità di gregge”.
Un interessante articolo dal titolo, che riporto testualmente, “Oggi ‘raggelante’, nel 2018 ‘una conquista importante’: Meloni cambia idea sulla vaccinazione obbligatoria”, è stato pubblicato ieri su Huffington Post. Nell’articolo viene riportata anche la (vivace) reazione del noto virologo Roberto Burioni: “Meloni vuole garantire al virus la libertà di ucciderci e rovinarci la vita”, il quale ricorda altresì alla leader di FdI che “la prima vaccinazione moderna obbligatoria in Italia risale al 1939”. E, della Meloni, vengono riportati integralmente sia il Twitter del 2018 che quello dell’altro ieri.
“I vaccini sono una delle conquiste più importanti nella storia della medicina. Le vaccinazioni obbligatorie sono lo strumento che la Comunità scientifica ci consiglia per debellare patologie solo apparentemente sconfitte per sempre”. Era il 2018 e sono passati solo due anni, ma l’opinione di Meloni sulla vaccinazione obbligatoria è cambiata radicalmente.
“L’idea di utilizzare il Green Pass per poter partecipare alla vita sociale è raggelante, è l’ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana” ha scritto la leader di FdI su Twitter ieri l’altro, scagliandosi contro la decisione del presidente francese Macron di impedire l’ingresso nei locali al chiuso, agli eventi e sui mezzi pubblici alle persone che rifiutano di vaccinarsi e che quindi non possiedono il Green Pass, definendo la decisione di Macron “una follia anticostituzionale che Fratelli d’Italia respinge con forza”. Meloni ha poi spiegato che la vaccinazione deve avere a che fare con la libertà individuale, che per il suo partito è “sacra e inviolabile”.
Eppure nel post di due anni prima Meloni spendeva parole d’elogio nei confronti della vaccinazione obbligatoria. E anzi, sottolineava l’importanza di non fornire messaggi contraddittori su questo aspetto. “Lanciare messaggi confusi e contraddittori, con il rischio di alimentare paure e notizie false, è un errore che la politica non deve commettere. La salute degli italiani, e in particolare dei nostri figli, non è argomento sul quale dividersi o dare giudizi sommari” scriveva nel post.
È subito arrivata la reazione critica di Roberto Burioni alle parole di Meloni, il quale in un post sempre sullo stesso social network ha scritto: “La battaglia di Giorgia Meloni per garantire al virus la libertà di uccidere, rovinarci la vita, farci chiudere le scuole, distruggere l’economia non la capisco e non c’entra niente”. Il virologo, facendo riferimento ad alcuni accenni storici, ha poi ricordato alla leader di FdI che “la prima vaccinazione moderna obbligatori risale al 1939″. In quell’anno, quando come Presidente del Consiglio c’era Benito Mussolini, venne resa obbligatoria la vaccinazione antidifterica entro i primi due anni di vita.
Ed ora torniamo ai nostri giorni.
Oggi si osanna la libertà individuale, “sacra e inviolabile”, in nome della quale tutto è possibile, omettendo tuttavia di soffermarsi su alcuni aspetti spesso trascurati.
Il principio di libertà acclamato e glorificato (a senso unico) solamente come “diritto sacro e inviolabile”, sottende il pieno rispetto di precisi obblighi da parte dei consociati, classificabili come sacrosanti “doveri” ai quali attenersi ineludibilmente. Infatti, soventemente, diciamo: ”la tua libertà finisce dove inizia la mia”.
Orbene, da queste semplici osservazioni, risulta del tutto evidente che in carenza del rispetto dei doveri da parte dei tanti non è assolutamente possibile garantire la libertà dei singoli. Sono libero di circolare, a condizione che il mio percorso non venga ostacolato da chicchessia; sono libero di godere della mia casa a condizione che altri non violino il mio domicilio. Ma non sempre è così, ragione per cui sono costretto a chiudermi in casa e mettermi la porta blindata.
La “salute” è un bene prezioso da tutelare sopra ogni cosa e per fare questo siamo chiamati ogni giorno, in ogni attimo della nostra vita, a sottoporci ad una infinità di doveri di natura personale, ma anche e soprattutto collettiva.
E allora occorre bilanciare il diritto alla salute con la libertà individuale, proprio quello che in questo catastrofico periodo di pandemia si stanno sforzando di fare tutti gli Stati, cercando per quanto più possibile e senza costrizioni di sorta, di contemperate i diritti con i doveri dei propri consociati.
Dice oggi Alessandro Sallusti su Libero “La libertà di vaccinarsi è inviolabile, ma c’è anche il diritto della maggioranza dei cittadini a non vedere vanificato il proprio senso di responsabilità: anche loro sarebbero vittime di nuove restrizioni se i casi gravi di non vaccinati da virus aumentassero significativamente”.
E, per finire, domenica scorsa la nazionale di calcio italiana è stata consacrata Campione d’Europa, per la seconda volta dopo ben 53 anni, ma la gloria calcistica (italiana) non può e non deve nascondere la vergogna (nazionale) dell’aggressione dei detenuti di Santa Maria Capua Vetere. Così come non può giustificare neanche l’imbarazzo degli insensati assembramenti di Roma per osannare i nostri campioni, considerata la particolare situazione di allarme epidemico.
In medio stat virtus! (2)
Note
1. Green Pass (Certificazione verde Covid-19) rilasciata dal Ministero della Salute, in formato digitale e stampabile, attraverso la Piattaforma nazionale e sulla base dei dati trasmessi dalle Regioni e Province Autonome.
Per certificazione verde (Green Pass) si intende una certificazione comprovante uno dei seguenti stati:
- l’avvenuta vaccinazione contro il COVID-19;
- la guarigione dall’infezione COVID-19;
- il risultato negativo del test molecolare o antigenico rapido (eseguito nelle 48 ore antecedenti).
2. In medio stat virtus. Dal latino “la virtù sta nel mezzo” – Sentenza della scolastica medievale che deriva da alcune frasi dell’Etica Nicomachea di Aristotele, esprimenti l’ideale greco della misura, della moderazione, dell’equilibrio: la virtù è nel mezzo, tra due estremi che sono ugualmente da evitare. È talvolta ripetuta per affermare la necessità o la convenienza della moderazione, dell’equilibrio, o come invito a evitare gli eccessi (Cfr. Treccani).