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Borsa al tracollo e spread alle stelle
Si sta consumando in queste ore di un tiepido giorno di fine settembre, l’annunciato “trionfo” della scorsa notte di una manovra economica (Def – Documento di economia e finanza 2019 – 2021), la cosiddetta “manovra del popolo”, sbandierata come strumento che eliminerà la povertà, le disuguaglianze, ma soprattutto elargirà il reddito e la pensione di cittadinanza, abbassando nel contempo le tasse (flat tax) e l’età pensionabile dei cittadini.
Oggi, venerdi 28 settembre 2018, la Borsa italiana è al tracollo e lo spread (indicatore della capacità di un paese di restituire i prestiti) alle stelle!
Una seduta del Consiglio dei ministri travagliata, con la minaccia di dimissioni del Ministro dell’Economia (fatte rientrare – a quanto pare – dall’intervento del Capo dello Stato), che cerca strenuamente di mantenere la barra dritta, a fronte di pretese assurde finalizzate esclusivamente a mantenere o procacciarsi ulteriori consensi elettorali.
Conclusioni: una manovra in deficit del 2,4% nel rapporto debito PIL (prodotto interno lordo).
Un “trionfo” annunciato in maniera inusuale e sguaiata da un gruppetto di politici, affacciati addirittura al balcone di Palazzo Chigi (sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri), ad un nugolo di simpatizzanti fatti affluire (a mezzanotte) nella piazza sottostante per osannare i vincitori con acclamazioni e bandiere.
Non si era mai vista una cosa del genere!
Ed oggi, le conseguenze facilmente prevedibili di un azzardo voluto e programmato fin nei minimi particolari, senza tener conto degli effetti e delle ripercussioni.
Si dirà ora che è opera dei “poteri forti” che manipolano i mercati e che non accettano di buon grado il cosiddetto “Governo del cambiamento”.
Ma, in verità, è già da qualche mese che a furia di proclami, annunci più o meno demagogici, perfino contro l’ordine costituito, la norme, i trattati, ecc., ci stiamo facendo male da soli: gli investitori scappano e il nostro debito pubblico aumenta sempre di più, restringendo di fatto gli scarni margini di manovra possibili. Questa è la verità.
Né è possibile, peraltro, giustificare ogni cosa “in nome del popolo”, fermandosi alla mera lettura della prima parte del secondo comma dell’articolo 1 della nostra Costituzione: “La sovranità appartiene al popolo”. Perché, subito dopo, c’è una virgola seguita del dispositivo, cioè dal modo in cui la sovranità si esercita: “che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. E la nostra Costituzione è abbastanza chiara e precisa al riguardo.
Foto repertorio Borsa internet