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Gen

Giovanni Saitto, ancora due libri inediti sulla Famiglia Imperiale a Poggio Imperiale e in Capitanata.


Quando anche una buona lettura
può offrire elementi di distensione e di speranza

Il nuovo anno, il duemilaventicinque, si apre sotto gli auspici della ‘speranza’, in primis perché questo è il messaggio che ci arriva da Papa Francesco per l’ultimo Giubileo ‘ordinario’ della storia corrente, appena aperto, ed in secondo luogo, perché essa (la speranza), sebbene la più piccola delle tre virtù teologali (fede, speranza e carità), è ritenuta la più forte.
Papa Francesco è tornato più volte in questo periodo a parlare di speranza, ‘spronandoci a guardare con occhi nuovi la nostra esistenza, soprattutto ora che è sottoposta a dura prova, e guardarla attraverso gli occhi di Gesù, “l’autore della speranza”, affinché ci aiuti a superare questi giorni difficili, nella certezza che il buio si trasformi in luce’.
E bisogna essere davvero forti per non temere che qualcosa di veramente grave possa accadere nel Mondo, a fronte dei focolai di guerra in atto, in massima parte sul fronte ucraino e su quello mediorientale, oltre all’infinità di tensioni, più o meno preoccupanti, diffuse a macchia di leopardo, un po’ dovunque.
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno alla Nazione, ha parlato di ‘speranza’, coniugandola con la ‘pace’ e il ‘rispetto’.
Ha dell’assurdo quello che sta succedendo in giro, nonostante le buone intenzioni sbandierate ai quattro venti, da più parti, già a partire dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale, ottant’anni fa.
E’ come se avessimo dimenticato tutto o, addirittura, come se nulla fosse successo, nonostante pagine e pagine di storia, filmati, documentari, convegni, dibattiti e quant’altro, stiano lì a dimostrare che la guerra è sempre e comunque una sconfitta per l’umanità, anche in caso di vittoria.
Ma non bisogna mai arrendersi e continuare caparbiamente a credere che per tutto c’è sempre una soluzione, un rimedio: l’essenziale è crederci.
E sono tante, fortunatamente, le persone che ci credono e si impegnano, anche senza bisogno di clamore, a scavare, approfondire, ricercare, collegare fatti e circostanze, per mettere in luce situazioni storiche del passato, al fine di conoscere, comprendere le motivazioni e le strategie che hanno indotto, di volta in volta, i popoli ad operare le loro scelte, soprattutto per portarle a conoscenza dei più, ritenendo che proprio quella della conoscenza, sia la strada migliore per avere una visione più aperta per affrontare le situazioni presenti e future.
E, questo, anche nel piccolo di una comunità, ove per una serie di prevedibili o imprevedibili circostanze, la storia si intreccia con quella di altre realtà, consentendo così di allargare la visuale di osservazione su di una dimensione più complessa ed articolata.
E, qui, con molto piacere, voglio volgere lo sguardo al mio paesello di nascita, Poggio Imperiale, un Borgo dell’Alto Tavoliere, in terra di Capitanata, sorto verso la metà del 1700 ad opera del Principe Placido Imperiale, ove confluirono persone provenienti da varie località, compresa una Colonia Albanese, spinte anche delle allettanti proposte offerte dal Principe medesimo.
E l’amico Gianni, Giovanni Saitto, cultore della Storia legata alla Capitanata, continua la sua opera di ricercatore e divulgatore di storia e tradizioni locali, aggiungendo alla sua Bibliografia due nuove pubblicazioni dedicate alla Famiglia genovese degli Imperiale, possessori dei feudi pugliesi di San Paolo, Lesina e Poggio Imperiale:

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  • Giovanni Saitto, “Sub Umbra Alarum Tuarum”. La Famiglia Imperiale di Genova, SUSIL edizioni.
    ‘Sotto l’ombra delle tue ali’, è un versetto biblico del Salmo 56 che campeggia nel blasone della famiglia genovese degli Imperiale.
    Un libro che, per la sua valenza dinastico – genealogica, suscita vivo interesse e curiosità nel lettore avvezzo a questo tipo di filone storico.
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  • Giovanni Saitto, “Genovesi del ‘700 in Capitanata”. La Famiglia Imperiale, Feudataria di San Paolo, Lesina e Poggio Imperiale, SUSIL edizioni.
    Un libro che, prendendo le mosse dal ‘Settecento in Capitanata’, regala al lettore un escursus attento e particolareggiato sui Feudi di San Paolo e di Lesina (nella cui giurisdizione nacque poi Tarranòve, il futuro Borgo di Poggio Imperiale), soffermandosi sulla loro acquisizione, amministrazione e gestione da parte del Principe Placido Imperiale, per passare successivamente alla trattazione del tema della Riforma Agraria, con i suoi aspetti sociali, demografici ed economici, fino all’apprezzo dei beni ereditari di Giulio II Imperiale.

L’autore, mi ha confidenzialmente informato che ‘bolle in pentola’ un altro lavoro, frutto di laboriose ricerche, alcune delle quali appena terminate presso l’Archivio di Napoli, altre da approfondire presso l’Archivio di Venezia, che riguarda uno studio sulla Colonia Albanese di Poggio Imperiale, già peraltro oggetto di analisi dell’autore stesso in altre circostanze.
Buona lettura dunque agli appassionati di questo genere letterario e a tutti coloro che animati dalla ‘speranza’, confidano in un clima di distensione, pace e rispetto reciproco.


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