Genova piange i suoi morti, genovesi, ma anche tutte le altre persone, bambini, donne, uomini, giovani, anziani, turisti e lavoratori, che alle ore 11,50 di martedi scorso, 14 agosto 2018, si sono trovati a transitare a bordo di automezzi sul cavalcavia Morandi di Genova, o che, trovandosi nelle sue immediate vicinanze, sono stati travolti dal crollo improvviso dell’imponente manufatto, che si ergeva e svettava al di sopra dei fabbricati cittadini, ad un’altezza di novanta metri.
Un caso, una fatalità, l’imperizia o la leggerezza dell’uomo; saranno le inchieste in corso a fare piena luce sul tragico evento che ha scosso non solo gli animi dei genovesi, ma l’Italia intera, con una vasta eco che ha travalicato i confini nazionali.
Trentotto i morti accertati, al momento, e tanti feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni, ricoverati presso gli ospedali cittadini [Ved. nota 1].
Continuano ancora le ricerche dei dispersi tra le macerie di cemento collassate, in parte, anche sul letto del sottostante Torrente Polcevera, con immane sforzo da parte della Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, Militari e Volontari.
“Una tragedia annunciata”, scrivono alcuni giornali, mentre altri si affrettano con i loro giudizi sommari nel dispensare “sentenze” a carico di politici, tecnici, imprenditori, che non avrebbero correttamente svolto il loro compito di progettazione, manutenzione, affidamento degli appalti e quant’altro.
La solita dietrologia di basso cabotaggio, che andrebbe quanto meno evitata in certi momenti, per cedere piuttosto il posto al sentimento della pietà per le povere e inconsapevoli vittime.
Speculazione e sciacallaggio che sottendono il solo ed esclusivo interesse, da parte di alcuni gruppi di pressione, a procacciarsi rendite elettorali, attraverso lo strumentale spostamento di opinioni verso concezioni di natura populistica e anche sovranista, che oltre a far male al popolo italiano, generano seri problemi all’interno della Comunità Europea, con gravi ripercussioni sul Mercato e conseguentemente sul Debito Pubblico.
Ho personalmente avuto delle frequentazioni di natura professionale con Genova e la Liguria, dal 1999 al 2008, imparando via via a conoscere da vicino la sua gente e scoprendo persone affabili, alacremente impegnate nei vari settori operativi e intimamente legate alla loro terra. Le case dei genovesi e dei liguri in genere sono vistosamente colorate, perché ognuno di essi deve poter individuare e distinguere la propria dimora, il centro dei propri affetti familiari, anche da lontano … soprattutto dal mare.
Un territorio particolare, quello della Liguria, che ha richiesto nel tempo interventi di esclusiva creatività ed ingegno e che, non di rado, è stato colpito da situazioni climatiche avverse di notevole portata, dalle quali il suo popolo è sempre riuscito a risollevarsi.
Coraggio, sono certo che supererete senz’altro anche questa ennesima circostanza!
Foto di repertorio da Internet
Nota 1: I morti successivamente accertati furono 43 in totale.