Durante le recenti vacanze estive, mi è capitato di vedere in una vetrina di un negozio di ricordini di Monte Sant’Angelo, la foto di un variopinto “pennacchio”, corredato di una eloquente descrizione; il tutto ben incorniciato e messo lì in bella mostra. La curiosità mi ha spinto a soffermarmi per osservare e dare una scorsa veloce a quello che c’era scritto, che riporto integralmente qui di seguito:
« I pennacchi di San Michele sono un antico simbolo che i pellegrini portavano con sé in ricordo della venuta a Monte Sant’Angelo.
Posti come ornamenti sul bastone del pellegrino, o sui carretti a bordo dei quali le compagnie dei fedeli viaggiavano, il pennacchio è di origine antichissima.
“Il pellegrino medioevale, soprattutto il pellegrino che compiva il viaggio per penitenza comminata dall’autorità ecclesiastica, doveva riportare un segno tangibile del suo iter: la Palma da Gerico, la Conchiglia da Compostela, le Chiavi da Roma, la Fiala della Manna da Bari, la Piuma da San Michele del Gargano”.
Anna Maria Tripputi, I Pellegrinaggi in età moderna e contemporanea, in AA.VV., l’Angelo la Montagna il Pellegrino, Claudio Grenzi Editore, Foggia, 2003, pag. 311) ».
E’ presto detto che la curiosità che mi spingeva a scrutare il quadretto era stimolata da lontani ricordi, ricordi di quando ancora bambino a Poggio Imperiale assistevo esterrefatto al passaggio delle compagnie di fedeli che tornavano dai loro lunghi pellegrinaggi a Monte Sant’Angelo alla Grotta di San Michele Arcangelo.
Canti, preghiere, carretti trainati da cavalli e pennacchi colorati, tanti pennacchi variopinti ostentati sugli abiti degli uomini, delle donne e dei bambini, ma anche sulle teste dei cavalli, infilati nei loro finimenti.
Piume al vento che la brezza accarezzava dolcemente facendone risaltare le sfumature più intense.
Sono ricordi degli anni cinquanta del secolo scorso, quando i pellegrinaggi erano ancora viaggi avventurosi, avvolti da misteri e da imprevisti, per via dei tragitti impervi e dei mezzi di trasporto arcaici. Viaggi che richiedevano impegno e tanto sacrificio, accettati solo in quanto sostenuti da una fede vera e profonda.