Il MAT, acronimo di Museo Alto Tavoliere, è il museo civico della città di San Severo, in quanto ubicato presso quella città della Puglia, ma in realtà esso ha una valenza molto più ampia, rappresentando tutta l’estensione del territorio dell’Alto Tavoliere e delle sue relative comunità.
Io sono nato a Poggio Imperiale, un comune situato a pochi chilometri a nord di San Severo e vivo a Milano, pur mantenendo molto forti i legami con la mia terra di origine, fatti soprattutto di ricordi legati alle tradizioni, alla storia, ma anche agli usi, ai suoi costumi e non di meno ai suoi sapori e ai suoi profumi.
Un museo come quello dell’Alto Tavoliere di San Severo, che parla proprio della nostra storia, delle nostre origini, non poteva quindi lasciarci indifferenti. E, qualche settimana fa, approfittando della nostra permanenza a Poggio Imperiale in occasione del periodo pasquale, io e mia moglie abbiamo colto l’occasione per una visita attenta ed oculata, con l’impeccabile e molto apprezzata guida della D.ssa Gioseana Diomede, e grazie alla disponibilità della Direttrice del museo, D.ssa Elena Antonacci.
Una visita davvero interessante, sia sotto il profilo della qualità e della quantità dei reperti messi in mostra, sia per quanto attiene all’organizzazione museale vera e propria (sale, vetrine, collocazioni, descrizioni, illuminazione, ecc.).
Qui di seguito, riporto ora alcune informazioni di carattere generale relative al Museo dell’Alto Tavoliere.
Il MAT è stato istituito nel 1989 nelle sale di un monastero di origine settecentesca – ricostruito sui ruderi di un precedente cenobio francescano fondato nel 1232 e distrutto dal terremoto del 1627 – noto anche come Palazzo San Francesco, mentre l’attuale allestimento museale è stato inaugurato il 4 aprile 2009. In età napoleonica il monastero fu soppresso e il palazzo fu adibito a caserma. Nel 1813 fu trasformato in orfanotrofio e dal 1989 è sede della Biblioteca comunale “Alessandro Minuziano”, dell’Archivio storico comunale e del Museo civico.
Una lapide del 1888 ricorda la strage che il colera provocò a San Severo nel 1865 e la solidarietà dimostrata nell’occasione dall’intera popolazione italiana; parte delle donazioni pervenute vennero devolute a favore del suddetto orfanotrofio.
Testualmente:
La strage orrenda
che il colera menò
l’anno 1865
di questi cittadini
commosse
dalle Alpi all’estrema Sicilia
le città d’Italia
che inviarono copiosi soccorsi
di biancheria cibarie danari
onde avanzarono al bisogno
settantuno migliajo di Lire
dalle autorità cedute
a questo orfanotrofio
che a perpetua memoria
scrive, nel marmo
l’atto dell’italica fraternità
1888
La collezione archeologica
Nel museo sono conservati reperti, provenienti da donazioni e da recuperi effettuati dalla sede locale dell’Archeoclub d’Italia, che coprono un arco temporale che va dalla preistoria al periodo medievale. L’esposizione è organizzata in base alle epoche storiche, in modo da creare dei percorsi che rendano comprensibili le fasi evolutive della civilizzazione degli antichi abitanti della Daunia, con particolare attenzione ai reperti ritrovati a San Severo e nelle zone circostanti.
Il periodo più antico di cui il museo conserva reperti è il Paleolitico inferiore (800.000-100.000 anni fa) rappresentato dalle amigdale (bifacciali, a forma di mandorla, lavorate su entrambi i lati) di tecnica acheuleana evoluta provenienti dal Gargano (località Mannarelle). Nel Paleolitico medio (90.000-35.000 anni fa) e Paleolitico superiore (35.000-10.000 anni fa) grazie al perfezionamento delle tecniche si ottengono strumenti sempre più sofisticati. Al Neolitico (6.000-3.000 a.C.) appartengono frammenti di ceramica impressa, incisa e dipinta.
A Guadone, località nei pressi di San Severo, sono venute alla luce testimonianze talmente significative da rivelare quanto importante fosse il Tavoliere in questa fase. L’età del ferro è documentata da vasi di impasto lucido di tradizione della prima età, e vasi dipinti con decorazione geometrica. Molti vasi in stile geometrico daunio (IX-VI secolo a.C.) provengono da tombe scavate nell’attuale area urbana sanseverese e dimostrano la presenza di piccoli villaggi di agricoltori o contadini e pastori dauni, che solo nel IV-III secolo subiscono l’influenza culturale della Magna Grecia.
I reperti dell’età ellenistica rappresentano la parte più cospicua della collezione museale e provengono in massima parte dagli scavi di masseria Casone e di Pedincone. Di Casone, sito abbandonato nel corso del III secolo a.C., sono i corredi di settantaquattro tombe scavate tra il 1970 e il 1971. La necropoli era costituita da tombe a grotticella con pianta variabile (tondeggiante, ovale, semiovoidale o squadrata). L’ingresso alle grotticelle era un semplice pozzetto o un corridoio a piano inclinato. All’interno della grotticella si trovavano generalmente i resti di un solo individuo, più raramente di due o tre. Accanto al defunto, posto in posizione rannicchiata su un fianco, venivano sistemati oggetti personali, ornamenti e vasi (ceramica acroma e da fuoco, ceramica a fasce e di stile misto, ceramica a vernice nera, ceramica di Gnathia e vasi a figure rosse). Alle ceramiche si aggiungevano oggetti di ornamento personale (collane di pasta vitrea, fibule di ferro e bronzo, cuspidi, giavellotti e cinturoni in lamina di bronzo).
Da Pedincone, invece, provengono i corredi di cinque tombe, tra le prime a cassa con rivestimenti di lastre litiche di cui si ha notizia nel territorio di San Severo. Tra i reperti rinvenuti in questa località spiccano un cinturone in lamina di bronzo, una kylix a vernice nera con decorazione floreale sovradipinta in rosso, una coppetta biansata decorata con cuori e palmette su fondo rosso, nonché uno specchio bronzeo con coperchio a cerniera decorato con motivi geometrici punteggiati.
L’epoca romana, infine, è documentata da lucerne di età imperiale, recipienti di vetro, resti di vasi di ceramica rossa sigillata recanti il bollo col nome del fabbricante e anfore da trasporto vinarie.
Pinacoteca, quadreria e servizi
Il Museo ospita, inoltre, la Pinacoteca Luigi Schingo, una collezione di dipinti d’età moderna e fornisce servizi didattico-culturali rivolti alle scuole e ai singoli visitatori. In particolare, i laboratori didattici – suddivisi in quattro macro-aree: archeologia, storia e arte, scienze e antropologia, ambiente – sono lo strumento principale con cui il Museo si propone al mondo della scuola, un modo pratico e concreto – basato sulla didattica dell’imparare giocando – per avvicinarsi alle realtà espositive e apprenderne i contenuti attraverso la sperimentazione, lasciando molto spazio alla manualità.
Il 18 aprile 2015, presso il MAT, è stato inaugurato SPLASH! Archivio ‘Andrea Pazienza’, un centro di documentazione dedicato al celebre artista di origini sanseveresi, contenente fumetti, albi, cataloghi di mostre, articoli giornalistici, tesi di laurea, materiale multimediale, accessibile liberamente dagli utenti.
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera: https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_dell’Alto_Tavoliere
Bibliografia
Trame di storia. Un racconto al museo, Guida alle collezioni archeologiche del Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo, a cura di Elena Antonacci, Foggia, Claudio Grenzi Editore, 2009.
Foto: Lorenzo Bove