Un viaggio in Andalusia per immergersi nel fascino di Siviglia, la sua capitale, rappresenta un’esperienza davvero unica. Un’atmosfera che infonde nel visitatore, proveniente da qualunque parte del mondo, un senso di incanto in ogni stagione dell’anno, considerato anche il clima favorevole che la sua posizione geografica le consente di godere. Cosa che abbiamo potuto personalmente constatare anche noi, nei giorni scorsi, in pieno gennaio. Anch’io e mia moglie abbiamo voluto vivere questa esperienza, per scoprire lo splendore dell’architettura mudjéar (1) che si respira in tutta la città, passeggiare a piedi lungo le rive del Guadalquivir e godere anche della migliore vista del panorama dal punto più alto della Torre Giralda (indiscutibile simbolo di Siviglia, con la salita di quasi 98 metri di altezza). Visitare le opere emblematiche del patrimonio storico e artistico andaluso e rimanere impressionati per la bellezza gotica-mudéjar plasmata nei cortili dei Reales Alcazares, e stupirsi per le insuperabili dimensioni della Cattedrale di Santa Maria della Sede (entrambe le costruzioni sono state dichiarate Patrimonio delll’Umanità dall’UNESCO). E, poi, perdersi tra le stradine e i cortili del centro del Barrio di Santa Cruz, antico quartiere ebraico dove viveva la seconda comunità ebrea più grande di Spagna.
Il Guadalquivir – dall’arabo “al-wadi al-kibir”, che significa fiume grande – attraversa tutta l’Andalusia con i suoi oltre 700 km di lunghezza e collega Siviglia con l’Oceano Atlantico; sorgono lungo le sue rive numerose costruzioni che testimoniano epoche passate, quando in prossimità degli approdi di questo magnifico corso d’acqua si costituirono centri di interessi che trasformarono Siviglia in un punto strategico di vitale importanza per il Nuovo Mondo (la Torre dell’Oro, presumibilmente venne così chiamata perché custodiva i carichi di oro provenienti dai paesi oltreoceano). Era qui, nel porto di Siviglia, che le navi mercantili attraccavano con i loro carichi di oro, argento, tabacco, e altri oggetti preziosi e ricercati. Mentre nel monastero di Santa Maria de las cuevas, situato in una piccola isola sul Guadalquivir conosciuta come la isola dela Cartuja, Cristoforo Colombo pianificò il suo viaggio attraverso l’Oceano in cerca delle Indie (… e si imbattè invece nelle Americhe). Ma ancora oggi mantiene il suo fascino: una rilassante gita in battello sul Guadalquivir od anche una crociera, rappresentano non solo delle interessanti attrazioni turistiche, ma consentono di respirare la storia di Siviglia da una prospettiva suggestiva, lasciandosi trasportare sulle sue acque sotto i preziosi ponti di questa città unica e inimitabile.
Siviglia, per la meraviglia del suo territorio, può essere considerata uno dei centri artistici, culturali, economici e sociali più rilevanti di tutta la Spagna. Essa è piena di un fascino solare, estroso e vivace; innamorarsi di questa calda ed accogliente città è facile, grazie ai suoi scorci, i colori che tingono le sue maestose architetture al tramonto e la sua tradizione gastronomica dai sapori decisi, sfiziosi e gustosissimi.
Il cuore della città di Siviglia palpita di storia, di passato ancora vivo, di atmosfere sospese nel tempo che la rendono un vero e proprio gioiello andaluso. Conoscere una città significa entrare nel suo spirito, nelle sue tradizioni, cogliere l’essenza del suo popolo, assaggiarne il sapore ed immergersi nelle sue molteplici e variegate sfumature, a partire dal cibo. Siviglia è flamenco, tapas, corrida, feste, tutto ciò che incarna l’essenza della Spagna. Scoprire gli antichi quartieri con le loro stradine strette, la tranquillità dei parchi e l’allegria della gente che si rivela soprattutto durante le feste per le quali la capitale andalusa è famosa. Siviglia custodisce un patrimonio architettonico di grande valore.
La leggenda vuole che sia stata fondata da Ercole, così come è scritto su una delle porte di ingresso alla città: “Ercole mi edificò, Cesare mi cinse di mura e il re santo mi conquistò”. Secondo la tradizione la città fu fondata dalla popolazione dei Tartassi verso il XIII secolo a.C. e successivamente occupata dai Fenici e dai Cartaginesi. I Romani la chiamarono Hispalis e fondarono nelle sue vicinanze la città di Italica nel 206, di cui restano solo rovine. Ad Italica nacquero due dei più grandi Imperatori romani: Traiano e Adriano. Questi due nuclei conobbero epoche di grande splendore e nel 45 a.C. Giulio Cesare concesse a Hispalis il rango di colonia romana facendone una delle città più importanti della Spagna. Nel 712 fu conquistata dagli Arabi, che le diedero il nome di Ishbīliya, dal quale deriva il nome attuale. Fu successivamente la capitale di uno dei Regni di Taifa (2) più potenti. Splendida la civiltà araba, non solo per gli aspetti artistici, ma sotto tutti gli aspetti culturali. A Siviglia visse Ibn al-Awwam, che fu il più grande agronomo di quell’epoca. I cristiani riconquistarono la città nel 1248 durante il regno di Fernando III di Castiglia. Papa Clemente X, nel 1671, canonizzò Ferdinando III, noto come il “re delle tre religioni”, primo re spagnolo elevato alla gloria degli altari, inumato nella Catedral de Santa María de la Sede, la Cattedrale di Siviglia, in cui lo stile gotico e quello rinascimentale si uniscono nel più imponente monumento del mondo cristiano, dopo la Basilica di San Pietro di Roma. È costituita da cinque navate interne, in stile gotico, e da due cappelle, la Cappella Reale e la Cappella Maggiore. La prima è sovrastata da una cupola rinascimentale; la seconda custodisce dipinti che ritraggono scene della vita di Cristo e della Vergine. La Cattedrale è sorta nel luogo in cui prima si ergeva la Moschea Mayor, abbattuta nel XV secolo, e dell’antica costruzione conserva solo la Giralda (l’originario Minareto) e alcuni resti del Patio de los Narajos; essa custodisce i resti mortali dell’insigne navigatore italiano Cristoforo Colombo. Oltre alla Cattedrale, altrettanto degni di rilievo sono il Palazzo Arcivescovile e il Convento dell’Incarnazione.
La Giralda, emblema della capitale andalusa, è la torre campanaria della Cattedrale: un monumento alto ben 98 metri che rispecchia in pieno lo stile degli Almohadi (3), rigidi in materia religiosa e nemici del lusso, nell’unire all’imponenza monumentale una raffinata semplicità. La Giralda deve il suo nome alla statua della Fede (detta appunto Giraldillo) che la sovrasta e che gira su sé stessa in base alla direzione del vento. Dall’interno della Cattedrale è possibile accedere attraverso un percorso elicoidale, senza scalini, in vetta alla torre dalla quale poter ammirare tutta la città dall’alto.
I Reales Alcazares (Palazzi Reali) sono i monumenti più imponenti di Siviglia. Caratteristica di questi edifici è la mescolanza di stili e delle decorazioni, che vanno dall’islamico al neoclassico. L’Alcazàr, antica fortezza araba, è un grande esempio dell’architettura mudéjar con saloni, patii e giardini che creano un’affascinante combinazione di colori. Accanto all’Alcazar sorge il Palazzo di Carlos V che custodisce un’importante collezione di arazzi raffiguranti la conquista di Tunisi da parte del re. Dal Palazzo si può accedere direttamente ai Giardini dell’Alcazar in cui lo stile arabo ha unito forme rinascimentali a forme romaniche. Spettacolare!
In Plaza del Triunfo, ospitato in un edifico del XVI secolo progettato da Juan de Herrera e che originariamente accoglieva la Borsa delle Merci di Siviglia, si trova l’ Archivio delle Indie, il principale archivio riguardante la dominazione spagnola in America che permette di ripercorrere la storia delle relazioni con le colonie. Allo stabile, a pianta quadrata con un ampio cortile centrale, vennero aggiunti il secondo piano e la Croce del Giuramento nel XVII secolo e cento anni dopo, nel 1785, quando fu scelto da re Carlos III come sede dell’archivio, furono realizzate altre opere come la nuova decorazione della scala principale. Le pareti esterne sono ritmicamente modulate da pilastri di bassorilievo. Nell’archivio sono conservate oltre 80 milioni di pagine di documenti originali ordinati in 9 chilometri lineari sugli scaffali e coprono più di tre secoli di storia. La documentazione è organizzata in 16 sezioni, dal 1480 al 1898 con l’ultima sezione comprendente 6 mila 379 elementi tra mappe e piani.
A nord della Cattedrale si trova il centro della città, ricco di piccole strade e di bellissime piazze. In questa zona si trovano numerosi negozi di artigianato e alcune strade, come la bella Avenida de la Costitucion, sono completamente pedonalizzate. El Centro de Sevilla è la zona della città in cui è possibile osservare incredibili opere d’arte, visitare el Museo de Arte, sostare ai tavolini all’aperto dei locali a Plaza de San Francisco o a Plaza del Salvador, ammirare il Ayuntamiento de Sevilla, il municipio, con i suoi decori rinascimentali, ma anche (un po’ più il là) l’esotico Parque de Maria Luisa e Plaza de España, due delle principali attrazioni di questa zona. Dal XVI secolo Plaza de San Francisco, grazie al suo mercato e anche agli storici roghi dell’Inquisizione, è stato il centro vitale di Siviglia. Dalla piazza si diramano Calle Sierpes e Calle Tetuan/Velazquez, le strade (anch’esse pedonalizzate) dello shopping di Siviglia. Tra le due strade si trova la Capilla de San José, famosa per i suoi meravigliosi decori barocchi del settecento e lungo Calle Sierpes è possibile ammirare il Palacio de la Condesa de Lebrija, che conserva una preziosa collezione di opere d’arte araba, barocca e spagnola, appartenuta alla nobile archeologa Dona Regla Manjon. Nell’antica piazza del foro romano di Hispalis e della principale moschea di Ishbilya, sorge Plaza Salvador con la grande chiesa barocca Parroquia del Salvador, seconda come imponenza solo alla Cattedrale, della cui visita si rimane davvero incantati per la ricchezza e la bellezza delle opere custodite, unitamente all’antico patio della chiesa dove si trovano anche antiche colonne romane. Nella piazza si trovano alcuni dei bar più alla moda di Siviglia … e soprattutto un ristorantino tipico andaluso dove abbiamo gustato una “paella” a dir poco straordinaria!
La “Torre del Oro” è un’antica torre di guardia lungo la riva sinistra del fiume Guadalquivir, vicino a Plaza de Toros Maestranza. E’ alta di 36 metri e deve il suo nome forse ad una antica copertura di tegole dorate o alla luminosità dei suoi muri dovuta ad una miscela di malta di calce e paglia, ed è formata da tre corpi: il primo corpo dodecagonale è stato costruito tra il 1220 e il 1221 per ordine del governatore almohade di Siviglia; il secondo corpo, anch’esso dodecagonale, è stato costruito nel XIV secolo; e il terzo corpo cilindrico sormontato da una cupola e costruito nel 1760. La “Torre del Oro” ospita il Museo Navale di Siviglia dove si trovano modellini, carte di navigazione, bussole e varia documentazione antica.
Il quartiere ebraico di Siviglia, il Barrio de Santa Cruz, è un insieme di piccole e pittoresche strade e piazzette alberate (tanti alberi di aranci) ed è il luogo ideale per una bella passeggiata e per dei momenti di relax. La piazza principale è Plaza de Santa Cruz, è famosa per la sua croce centrale, realizzata del 1692 in ferro battuto. Nel barrio si trovano anche Plaza Dona Elvira e l’Hospital de los Venerables Sacerdotes, al cui interno sono ospitate magnifiche opere di Valdes Leal e di Pedros Roldan. Le case imbiancate a calce, buonissimi tapas bar, i cortili dei palazzi con i loro cancelli in ferro rendono questo barrio incredibilmente suggestivo. Molto bella Callejon del Agua, una stretta stradina ombreggiata che segue le mura del giardino di Alcazar e prende il nome da un corso d’acqua che correva lungo la parte superiore del muro.
Plaza de Toros de la Real Maestranza è uno dei monumenti più rappresentativi del settecento di Siviglia e incarna la passione spagnola per la corrida e i tori. Le visite guidate permettono di ammirare l’interno dell’arena, compresa l’infermeria per i primi soccorsi ai toreri, e il museo dedicato alle storiche corride qui svolte.
Infine, Metropol Parasol: si tratta di un progetto urbano di riqualificazione di Plaza de la Encarnacion, divenuto una delle icone moderne della città. Questa imponente costruzione si trova nel centro della capitale andalusa ed è realizzata con 6 enormi coperture lignee a graticcio collegate fra loro, con un rivestimento in poliuretano. Progettata dall’architetto tedesco Jurgen Mayer, che si è ispirato al Museo Guggenhein di Bilbao, è conosciuta anche come Las Setas, i funghi. Il Metropol Parasol esprime innovazione nella forma e nella funzione in un modo eccezionale. Inaugurato nel 2011, dopo ben sei anni di lavori, questo nuovo centro urbano contemporaneo comprende un museo archeologico interrato, dove è possibile ammirare le rovine romane e moresche venute alla luce durante i lavori di costruzione, un mercato, diversi ristoranti e un ampio spazio ombreggiato open-air al primo piano. Inoltre, la struttura comprende un grande mirador, una terrazza panoramica da dove godere di una splendida vista sulla città.
Nel 1929 Siviglia fu sede dell’Esposizione Ibero-americana e nel 1992 dell’Esposizione Universale. La Plaza de España è il monumento che resta dell’esposizione del 1929, mentre della Expo ‘92 restano gran parte delle installazioni che sono state riconvertite nel parco tematico dell’Isola Magica e il monumentale ponte sul fiume Guadalquivir, opera dell’architetto Santiago Calatrava.
La visita di Siviglia non può definirsi completa senza essersi prima immersi nel clima del flamenco, l’arte per la quale tutta l’Andalusia è conosciuta nel mondo. Una passione, quella del ballo flamenco, che gli andalusi hanno nel sangue e che li rende, a giusta ragione, davvero esclusivi. Siviglia offre l’opportunità di visitare alcuni suoi musei del ballo del flamenco, ma anche di assistere ad autentici spettacoli di flamenco che avvincono letteralmente lo spettatore in un’atmosfera magica. In diversi locali vi è la possibilità di assistere allo spettacolo nel mentre si degusta una cena o si consumano appetitose tapas.
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(1) Mudéjar: adattamento dell’arabo mudeggian, rimanere. Nome dei musulmani di Spagna rimasti fedeli all’Islam nei territori riconquistati dai cristiani. In particolare: stile mudéjar, la produzione artistica dovuta ai musulmani che, dopo la Reconquista, continuarono a lavorare per i principi cristiani, perpetuando la tradizione moresca. Lo stile mudéjar, che spesso convisse e si mescolò con altri (si parla infatti di romanico-mudéjar, gotico-mudéjar, ecc.) nel multiforme quadro dell’architettura spagnola, fiorì in diversi centri e periodi: a Toledo nel sec. XII, a Valladolid, Guadalajara, Siviglia, Teruel, Saragozza, Cordova nei successivi, fino al sec. XVI. In architettura gli esempi più rappresentativi sono dati dalla chiesa di S. Maria la Blanca (1405) a Toledo, dall’Alcázar (1364-78) e dalla Casa de Pilatos (1492-1533) a Siviglia, come pure dal tardo-gotico tiburio della cattedrale di Burgos (1568). Ma è soprattutto nel campo delle arti decorative che il mudéjar ebbe una straordinaria fioritura; i suoi caratteri tuttavia sono senz’altro una diretta continuazione di quelli moreschi, la cui tradizione, pur con inserti gotici e poi rinascimentali, si è conservata in alcuni settori fino a oggi mediante il trapasso a produzione popolare. Le decorazioni della cappella di S. Fernando nella moschea di Cordova (1258) e quelle dell’Alcázar di Siviglia sono le testimonianze più vistose di questo fenomeno che ebbe, almeno inizialmente, la sua capitale artistica a Toledo. I motivi moreschi (stalattiti, arabeschi, iscrizioni cufiche, losanghe) si mescolano spesso con la flora naturalistica e gli animali dello stile gotico. Molto diffuso fu l’intaglio in legno per ornare stipiti, mensole, stalli, ecc., combinandosi con dorature e pitture, come pure l’uso della ceramica per rivestire pareti, zoccoli e pavimenti (tipico dell’Andalusia un mosaico ceramico detto alicatado). Le fabbriche di Valencia lanciarono la moda dell’azulejo, in azzurro su fondo bianco, mentre quelle di Manises e di Malaga si specializzarono nella produzione di ceramica alustro. Notevoli furono infine la produzione di armi, la lavorazione del ferro battuto, del cuoio, dei tessuti, dei ricami e dei tappeti; di questi ultimi un centro importante di produzione fu Alcaráz (fino al sec. XVII). [Cfr. Enciclopedia.it – http://www.sapere.it/enciclopedia/mud%C3%A9jar.html]
(2) Nel 1009 la dinastia Califfale Omayyade, che per anni era stata sotto il potere del Visir Almanzor e dei suoi figli, entrò in crisi dando il via ad un periodo di due lunghi decenni di guerra civile che si conclusero nel 1031 con la deposizione del Califfo Hisam III. La guerra civile portò alla frammentazione del Califfato e alla creazione dei Regni di Taifa indipendenti. Questi piccoli Regni si chiamavano “Taifa” di derivazione dall’arabo “ta ifa” (divisione, partito, fazione). [Cfr. http://www.teutonic.altervista.org/D/040.html].
(3) Almohadi: Almohadi, dinastia musulmana Berbera,
Almohades,\almoáDes\ [sm pl] hist (s. XII-XIII) [Cfr. DizionarioSpagnolo/Italiano
http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Spagnolo-italiano/parola/A/almohades.aspx?query=almohades].
Foto: Lorenzo Bove