Dopo il successo della mostra dello scorso anno presso le Scuderie del Quirinale di Roma, le opere di Frida Kahlo hanno continuato ad entusiasmare i visitatori presso il Palazzo Ducale di Genova, in una prospettiva ancora più avvincente.
Infatti, nel mentre a Roma le opere della geniale artista sono state presentate nel contesto delle avanguardie internazionali del suo tempo, la mostra di Palazzo Ducale, curata dall’autrice del catalogo ragionato, Helga Prignitz-Poda, con la collaborazione di Christina Kahlo (pronipote di Frida) e Juan Coronel Rivera (nipote di Diego), si è spinta nel racconto dei legami segreti che unirono Frida Kahlo e Diego Rivera, due artisti così profondamente differenti.
Lo scorso 27 gennaio, scegliendo un periodo tranquillo, senza calca e confusione e quindi ideale per apprezzare con tutta calma la bellezza e l’originalità delle opere esposte, anche io e mia moglie non abbiamo voluto perdere l’occasione di visitare questa importante ed esclusiva mostra di Genova.
Frida Kahlo e Diego Rivera si videro per la prima volta nel 1922 sotto i ponteggi della Scuola Nazionale Preparatoria; lui era il pittore più famoso del Messico rivoluzionario, chiamato a dipingere un murales nell’anfiteatro dell’istituto, mentre lei era una ragazzina irriverente.
Sette anni dopo, Frida Kahlo e Diego Rivera erano moglie e marito, e fu l’inizio di un amore lungo e tormentato, costellato di tradimenti e colpi di scena (anche di pistola), ma destinato ad entrare nella leggenda.
La mostra di Palazzo Ducale racconta il legame arte-vita di questa coppia messicana: l’opera di Frida Kahlo, da sola, sembra essere incompleta senza la spalla che Diego Rivera offre alla sua fragilità.
Quella che veniva definita “l’unione di un elefante con una colomba”, superò le consuetudini di un legame sentimentale: Frida e Diego portarono nel loro rapporto e nella loro espressione dell’arte le personalissime esperienze di vita.
La mostra esplora questi temi sulla base di ben 120 opere di Frida Kahlo e Diego Rivera.
Di Frida sono stati esposti dipinti (ed in particolare i suoi autoritratti) su olio, su masonite, su alluminio come “Diego in my mind”, “Self-portrait wearing”, “Velvet Dress”, “Diego and I”, e ancora il “Self Portrait in a sun flore”, che dipinge pochi giorni prima di morire, ma anche disegni ed il suo corsetto di gesso sul quale Frida dipinge la sua rossa falce e martello comunista.
Di Diego sono stati presentati in larga parte dipinti su olio (in particolare i grandi ritratti nei quali eccelleva, come “Portrait Dama Oaxaqueña”, “Portrait of Natasha Gelman”, “Calla lilly vendors”), ma anche il taccuino del “Viaggio in Italia”, mai esposto prima, il ritratto di Frida nuda ed uno dei grandi murales (naturalmente ricostruito).
Diego dipingeva le grandi emozioni storiche interpretando la rivoluzione nelle arti visive e mostrando l’uomo al potere, sempre circondato da un pubblico. Nei dipinti di Rivera, l’uomo ha la capacità di dare una forma positiva alla sua vita, per il bene dell’umanità, optando per la via dell’edonismo egoistico.
Frida, invece, quando cominciò a dipingere, lo fece per rifugiarsi in un mondo di fantasia, trasportando problemi e sentimenti in quadri di piccole dimensioni. La sua continua lotta con il dolore e con la solitudine trova espressione adeguata in una sorta di “realismo magico”, sviluppando un linguaggio artistico personale rispetto a quello degli artisti che ebbe modo di conoscere nei viaggi negli Stati Uniti e in Europa. La sua rivoluzione consiste nel rendere pubblico il privato.
Rivera nasce nel 1886 a Guanajuato, in un momento in cui la cultura messicana si basava ancora profondamente sui modelli europei. Era un “bambino prodigio” che eccelleva nel disegno, venne in Europa con una borsa di studio nel 1907, ed ebbe modo di studiare le opere della scuola spagnola (Velazquez, El Greco, Goya). Più tardi, a Parigi, si concentrò sulla pittura francese (Cezanne, Signac e Seurat, il puntinismo). Tra il 1913 e il 1914, si focalizzò sul cubismo. Durante questi anni, artisti come Modigliani, Picasso, Braque e Gris esercitarono su di lui una forte influenza. Era come una spugna in grado di assorbire tutto e di dipingere magistralmente alla maniera cubista. Tornato in Messico, Rivera iniziò a progettare la sua opera presso la Scuola Nazionale Preparatoria, in cui Frida Kahlo fu allieva. Il murales di Rivera “La Creazione” è ritenuto il preludio al Rinascimento della pittura murale messicana dove è evidente come il suo viaggio in Italia avesse dato i suoi frutti: le grandi figure eseguite in pose classiche furono realizzate secondo i principi di un classicismo figurativo, al quale Rivera aveva cercato di aggiungere elementi nazionalistici. Il taccuino del “Viaggio in Italia” di Rivera rappresenta una parte importante della mostra, non essendo oltretutto mai stato esposto prima.
Il destino di Frida Kahlo prese un corso molto diverso. Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderón nasce nel 1907 presso la Casa Azul de Coyoacán, un sobborgo di città del Messico. Nel 1925, all’età di 19 anni, già duramente messa alla prova dalla poliomelite, è vittima di un incidente stradale terribile, la collisione tra un autobus e un tram, in cui un corrimano in ferro penetra nel suo fianco e la costringe a una lunga degenza, trenta interventi chirurgici, e a grandi sofferenze. Costretta a rinunciare al suo piano originario di diventare medico e ad abbandonare gli studi si dedica alla pittura. Mostrò i suoi dipinti a Diego una mattina del 1927 mentre era impegnato a dipingere gli affreschi sulle pareti del Ministero dell’Educazione. Diego Rivera ritrasse Frida per la prima volta in uno dei suoi grandi murali al Ministero dell’Educazione, accanto a Tina Modotti (la fotografa italiana amica comune), mentre distribuiva armi. Quando nel 1929 si sposarono, Frida aveva 22 anni, e non aveva ancora terminato gli studi, Diego aveva 43 anni ed era già un artista ampiamente riconosciuto e famoso, con tre matrimoni alle spalle e tre figli. Sei mesi dopo Diego aveva una relazione con la sorella di Frida, ma lei per vendetta faceva altrettanto con Leon Trotskyi, scappato dall’URSS e che lei stessa ospitava nella Casa Azul.
Per tutta la vita ebbero entrambi decine di amanti, anche in comune (come ad esempio la predetta Tina Modotti), ma non furono mai capaci di lasciarsi.
Nel 1930, Diego Rivera arrivò a San Francisco per la prima volta con la sua giovane sposa. Dipinse al San Francisco Stock Exchange e cominciò poi a dipingere un altro murales al Detroit Institute of Arts. Verso la fine del 1931 il famosissimo museo “MoMa” di New York gli dedicò una grande mostra personale.
Ma c’è davvero dell’incredibile nel pensare che, nel frattempo, le opere di Frida diventarono così straordinariamente indipendenti, così enigmaticamente belle che i visitatori che andavano a trovare Diego Rivera, rimanevano ancor più affascinati dalle opere di Frida. André Breton, il primo ad organizzare una mostra delle sue opere a Parigi, descrisse la sorpresa nel trovare, a casa di Diego, questi dipinti della moglie, e pieno di ammirazione dichiarò: “L’arte di Frida Kahlo è un nastro attorno a una bomba”.
Diego riuscì a dare voce ai problemi e ai bisogni contemporanei rimanendo nella memoria collettiva del paese e, finché i fatti che egli rappresentava erano in linea con i compiti della società, rimase il più importante dei due.
Attraverso le sue visioni provenienti dal mito, Frida parla, invece, ai sentimenti universali dell’uomo: la compassione, l’empatia, il desiderio di amore. Nella sua solitudine, lei è più vicina all’uomo moderno di quanto lo sia Diego. Il risultato è che Frida Kahlo rimane icona oggi come allora, non solo in Messico, ma in tutto il mondo.
Mostra di Frida Kahlo e Diego Rivera, dal 20 settembre 2014 al 8 febbraio 2015
Genova – Palazzo Ducale – Appartamento del Doge
Alcune delle informazioni e delle notizie riportate nel presente articolo sono tratte da pubblicazioni, testi, recensioni e materiale divulgativo disponibile nel contesto della mostra
Foto: Lorenzo Bove