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A Parigi, la marcia contro il terrorismo!

“Je suis Charly”, il mondo in piazza nella capitale francese per commemorare una “matita spezzata”.

Una marcia che resterà nella storia e che ci auguriamo segni davvero il punto di svolta nell’annoso problema del terrorismo, di qualunque matrice, che affligge l’intera umanità.

Oltre un milione di persone, e non solo parigini e francesi, ma gente arrivata da ogni parte del mondo,  si sono concentrate nel pomeriggio di domenica 11 gennaio 2015 in Place de la Republique a Parigi, al cui centro campeggia l’imponente monumento della “Marianne”, simbolo della Repubblica francese, per partecipare ad una marcia pacifica, fino a Place de la Nation, fra tante bandiere al vento e numerosi cartelli con la scritta “Je suis Charly”.

Ma la parte di maggiore “impatto storico” della marcia  è stata senz’altro quella che ha mostrato i leader mondiali camminare tutti insieme uniti a braccetto l’uno all’altro. Con il Presidente francese Francois Hollande, il Cancelliere tedesco Angela Merkel, il Premier inglese David Cameron, il Primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy, ma anche il Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi e i più alti rappresentanti dell’Ue. Accanto anche il Presidente dell’Anp Abu Mazen, non troppo distante dal Premier israeliano Benjamin Netanyahu; il Re e la Regina di Giordania, il Presidente della Turchia, esponenti della Russia e degli Stati Uniti d’America e tanti ancora, per un totale di una cinquantina tra Capi di Stato e di Governo.

Il motivo di tale straordinaria mobilitazione è da farsi risalire all’ennesima strage, a quanto pare  imputabile a terrorismo di matrice islamica, che ha colpito Parigi lo scorso mercoledi 7 gennaio 2015 presso la sede del giornale satirico francese “Charlie Hebdo”, con l’uccisione di dodici persone tra cui il direttore del giornale e tre vignettisti tra i più virtuosi del mondo. Un colpo mortale inferto alla libertà di stampa, di opinione e di parola: il “Charlie Hebdo” era solito pubblicare vignette satiriche riguardanti anche Maometto, il Corano, ecc., per la qualcosa era stato in passato già oggetto di un attentato incendiario. Il “commando” ha fatto irruzione nella sala ove si stava svolgendo il comitato di redazione e ha sparato all’impazzata numerose raffiche di kalashnikov, senza alcuna pietà.

Anche due poliziotti sono stati ammazzati a sangue freddo, e un filmato che ha fatto il giro del mondo rivela la crudeltà  dei carnefici.

E, in quelle stesse ore, un altro terrorista (sedicente aderente all’organizzazione dello Stato islamico e, pare, in compagnia della sua compagna ora ricercata) attaccava una pattuglia di forze dell’ordine, ammazzando una poliziotta. Durante la fuga si asserragliava poi in un supermercato ebraico “kosher” (specializzato alla vendita esclusiva di prodotti conformi alle regole religiose che governano la nutrizione degli Ebrei), prendendo in ostaggio alcuni clienti, quattro dei quali venivano più tardi barbaramente uccisi. Tutte ebree queste ultime vittime: altri quattro inconsapevoli caduti, innocentemente, mentre erano al supermercato a fare la spesa.

Nel corso della manifestazione, il Presidente francese ha affermato: “Parigi oggi è capitale del mondo”,  con la consapevolezza che mai si era verificata una mobilitazione di tale portata e soprattutto a così alti livelli di responsabilità.

E, dunque, a Parigi il mondo in marcia contro il terrore, con i Capi di Stato e di Governo in prima fila!

Mazzi di fiori, matite (per ricordare i vignettisti ammazzati), cartelli con la scritta ”Je suis Charlie” e bandiere col tricolore francese (ma anche di altre nazionalità); Place de la Republique si è velocemente riempita, fino all’inverosimile, mettendo a dura prova i servizi per la protezione delle alte personalità e della sicurezza generale.

Diverse vie e boulevard adiacenti sono stati chiusi, transennati e presidiati da gruppi di poliziotti e gendarmi, anche in tenuta anti sommossa. La circolazione delle auto è stata interrotta in un raggio molto ampio intorno al percorso della marcia. Oltre tremila gli agenti delle forze dell’ordine impiegati, mentre circa novantamila quelli che hanno partecipato nei giorni precedenti alle operazioni per la cattura dei terroristi, conclusesi con la morte degli stessi nel corso dei conflitti a fuoco conseguenti ai blitz delle “teste di cuoio” francesi.

A Parigi, prima della marcia, i Ministri dell’Interno e della Giustizia Ue e Usa si sono riuniti  per mettere a punto nuove misure di lotta al terrorismo. Il ministro dell’Interno italiano, Angelino Alfano, ha escluso che verranno fatti passi indietro rispetto al patto di Schengen (libera circolazione in territorio europeo), definito una “grande conquista”, assicurando comunque che in Italia sono stati intensificati  i servizi di prevenzione presso tutti gli obiettivi sensibili.

Le Torri gemelle di New York,  la stazione ferroviaria  Atocha di Madrid, il Metro di Londra, la Maratona di Boston, ora il giornale parigino “Charlie Hebdo”.

Dalla Germania arriva un allarme per un attentato incendiario al giornale “Hamburger Morgenpost”; non è confermata la matrice del terrorismo islamico, ma ci sono due arresti e risulta che nei giorni scorsi il giornale aveva pubblicato alcune delle vignette satiriche su Maometto di “Charlie Hebdo”.

Il mondo occidentale vive giorni di angoscia e si respira un’aria di paura al solo pensiero di fare le normali cose di tutti i giorni, come prendere una metropolitana, un aereo o andare semplicemente al supermercato.

Anche Roma, in particolare il Vaticano, si dice che sia nel mirino (la Santa Sede e lo stesso Papa Francesco sono da tempo un possibile obiettivo dei terroristi), ma anche il Ghetto ebraico: l’allarme è giunto in queste ore dagli Usa.

E Milano non è da meno, soprattutto in vista della prossima esposizione universale Expo 2015.

Forse ha ragione proprio Papa Francesco quando parla di una “Terza Guerra Mondiale” (a pezzi) attualmente in corso; una guerra diversa da quelle classiche che la storia ci riporta, ma che produce altrettanti morti e feriti.

La grande manifestazione di Parigi, per dimostrare unità a favore della libertà di espressione dopo gli attacchi terroristici dei giorni scorsi è sicuramente un buon inizio.

Il nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervistato a Parigi, ha sostenuto che “i nostri valori sono più forti delle loro minacce e la paura non ci fermerà”.

Domenica scorsa è stata scritta in Europa una pagina coraggiosa: ora sappiamo cos’è veramente l’Europa.

Ma, attenzione, non fermiamoci qui!

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Foto di repertorio: siti internet


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