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Mag

Barocco Siciliano (prima parte)

Un viaggio in Sicilia per ammirare il “Barocco Siciliano” è a dir poco entusiasmante, se si ama scoprire le bellezze del  passato e apprezzare nel contempo  opere d’arte caratterizzate da decorativismo (predominanza di motivi decorativi), senso scenografico e cromatico.

Siamo atterrati all’aeroporto di Catania Fontanarossa e abbiamo fissato il nostro punto di riferimento nel centro storico di Catania; luogo strategico dal quale poterci poi spostare in auto  presa a noleggio nelle varie località di nostro interesse.

Naturalmente il primo giorno lo abbiamo dedicato alla visita di Catania, rigorosamente a piedi.

Il centro storico di Catania si presta per sua natura ad un bel giro, sia diurno che notturno, per le belle strade lastricate di pietra lavica, in un’area non troppo estesa, ricca di monumenti ed attrazioni turistiche.

Dopo un primo approccio tipico catanese con granita e brioche col tuppo, in una delle belle pasticcerie del centro, partiamo da piazza del Duomo, nella cui parte centrale troneggia il simbolo della città, l’elefante che i catanesi chiamano “liotru”, che fa bella mostra di sé proprio di fronte alla Cattedrale e al Palazzo del Comune.

La Cattedrale, realizzata sulle rovine delle Terme Achilliane di epoca romana, più volte distrutta e riedificata dopo i terremoti e le eruzioni vulcaniche che si sono susseguiti nel tempo è dedicata a Sant’Agata, martire e patrona di Catania. Sorge sul lato est di Piazza Duomo ed è uno dei luoghi di culto più frequentati dai visitatori e dai catanesi, devoti alla Santa. Il prospetto principale è in stile barocco siciliano con un imponente facciata marmorea e due ordini di colonne di granito prelevate dall’anfiteatro romano di Catania. Il sontuoso interno contiene la Cappella di Sant’Agata, collocata nell’abside destra, che custodisce il ricettacolo con il busto in argento e le reliquie della santa, mentre, di fronte al primo altare si trova il monumento funebre del musicista Vincenzo Bellini. Altri monumenti funebri ricordano i vescovi Orlando, Dusmet e Galletti. Dal transetto destro si accede, invece, alla Cappella della Vergine dell’Incoronazione, con la tomba di Costanza d’Aragona e dei reali aragonesi che risiedettero a Catania. Nell’abside centrale si ammira, invece, il prezioso altare maggiore in stile normanno, circondato da uno stupendo coro ligneo di trentaquattro stalli, opera cinquecentesca di Scipione di Guido. Numerosi sono inoltre gli affreschi e le tele, tra cui la raffigurazione della disastrosa colata lavica del 1669.

Da qui, procediamo lungo la Via Vittorio Emanuele, con una sosta alla bellissima Chiesa della Badia di S.Agata del Vaccarini e, poi,  davanti la sede dell’Arcivescovado, fino all’imbocco di Via Landolina che porta alla Piazza Teatro Massimo; il Teatro, opera degli architetti Scala e Sada è dedicato al più importante esponente della musica lirica catanese Vincenzo Bellini: fu inaugurato nel 1890 con la rappresentazione della “Norma” del medesimo Bellini.

Un salto alla Basilica della Collegiata, progettata da Stefano Ittar nel 1768, e quindi attraversiamo l’incrocio con Via Etnea (la Via più importante di Catania, ove si trovano le vetrine dei negozi alla moda), detto “Quattro Canti” e saliamo fino all’incrocio di Via Crociferi. Questa salita diventa palcoscenico di uno dei momenti più vibranti dei festeggiamenti di Sant’Agata quando il fercolo preceduto dalle “Candelore” (cerei votivi) percorre a gran velocità questo tratto della salita.

All’incrocio con Via Crociferi, alla destra in fondo alla via, è ubicata Villa Cerami, che è sede della Facoltà di Giurisprudenza.

Via Crociferi, realizzata nel XVIII secolo, è una delle strade più belle del barocco siciliano, e nel breve spazio di circa 200 metri sono presenti ben quattro chiese.

La Chiesa di San Giuliano, considerata uno degli esempi più belli del barocco catanese, è attribuita all’architetto Giovambattista Vaccarini, con un prospetto convesso e delle linee pulite ed eleganti.

A seguire incontriamo  il Collegio dei Gesuiti, vecchia sede dell’Istituto d’Arte, con all’interno un bel chiostro con portici su colonne ed arcate.

Proseguendo raggiungiamo la Chiesa di San Francesco Borgia alla quale si accede tramite due scaloni. Le due chiese sono separate da una piccola via che conduce al Palazzo Asmundo Francica-Nava, su Piazza Asmundo. Poi la Chiesa di San Benedetto, collegata al convento delle suore benedettine dall’arco omonimo che collega la Badia grande alla Badia piccola. Ad essa si accede a mezzo di una scalinata ed è contornata da una cancellata in ferro battuto.

Ci rechiamo successivamente al Teatro Romano per accedere alla visita archeologica del sito.  I resti del grandioso Teatro Romano, costruito su vestigia greche, sono conservati abbastanza bene, tant’è che l’area è sede di spettacoli artistici. Attualmente è quasi interamente visitabile, ad eccezione delle parti in via di restauro, e la visita sbalordisce di sicuro il visitatore.

Proseguendo arriviamo a Piazza Dante per ammirare il Convento dei Benedettini, eccezionale costruzione, perfettamente conservata, sede di alcune Facoltà Universitarie. In Via Sant’Anna, al civico n° 18, si trova la residenza catanese di Giovanni Verga, il più noto scrittore catanese.

Una piccola deviazione ci consente di ammirare il Castello Ursino. Voluto da Federico II di Svevia sorse, fra il 1239 ed il 1250, all’interno di un più complesso sistema difensivo costiero della Sicilia orientale (sono riconducibili allo stesso progetto il castello Maniace di Siracusa e quello di Augusta) e come simbolo dell’autorità e del potere imperiale svevo in una città spesso ostile e ribelle a Federico. Il progetto e la direzione dei lavori furono affidati all’architetto militare Riccardo da Lentini che lo realizzò su quello che allora era un imprendibile promontorio di roccia sul mare, collegata con un istmo alla città e alle mura cittadine. I terremoti e le colate laviche delle eruzioni dell’Etna finirono per inglobarlo completamente al resto della città, allontanandolo di fatto dal mare e vanificandone dunque le finalità strategiche.

Nelle vicinanze, si trova il Monastero di Santa Chiara con il suo Chiostro, oggi adibito ad uffici comunali; datato 1760,  è stato progettato da Giuseppe Palazzolo ed il  portale  realizzato da Francesco Battaglia. Lo scrittore Giovanni Verga ambientò in questo monastero nel 1869 il famoso romanzo “Storia di una capinera”, trasformato poi in un film  di grande successo, nel 1993, dal regista Franco Zeffirelli.

Rientriamo sulla Via Garibaldi e, attraversando Piazza Mazzini – scenograficamente molto interessante, con i suoi quattro blocchi di portici,  posti ad ognuno dei (quattro) cantoni  della piazza – ritorniamo al punto di partenza e cioè in Piazza Duomo, scoprendo a destra la Fontana dell’Amenano (l’Amenano è il fiume sotterraneo di Catania,  un tempo scoperto e successivamente coperto dal magma dell’Etna), proprio di fronte alla Cattedrale. La Fontana  rappresenta un’opera di notevole spessore e l’acqua che scende sembra un velo, tant’è che i catanesi la chiamano “o linzolo”.

Alle spalle della Fontana, si apre il tipico, unico e speciale mercato del pesce catanese “la Pescheria”, che si allarga più avanti anche alle bancarelle della verdura, frutta, carne, formaggi, ecc.; un insieme di colori, odori, e sapori di rara bellezza.

Nel pomeriggio, shopping lungo la Via Etnea con sosta all’Anfiteatro Romano e ai grandiosi Giardini Pubblici di fronte all’imponente monumento dedicato a Giuseppe Garibaldi e, per finire, una messa serale nella Collegiata prima di cena.

Catania offre una vasta gamma di opportunità culinarie, che vanno dalla cucina classica italiana a quella tradizionale siciliana e più specifica catanese. C’è solo l’imbarazzo della scelta, per tuffarsi nei sapori e nelle tradizioni locali, tra piatti di pesce, verdure  (la famosa “caponata”), carni, dolci e vini esclusivi (la Pasta alla Norma, le Sarde a Beccafico, la Tunnina Ammarinata, i Cannoli alla ricotta, i minni di Sant’Agata, la Cassata) … e tanto ancora!

Fine della prima parte

 

 

 


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