Ci ha lasciati in punta di piedi, in silenzio, e con grande discrezione.
Un altro “vecchio tarnuèse”, che il 20 di agosto prossimo avrebbe tagliato il traguardo dei 94 anni, se n’è andato.
Si era trasferito con tutta la famiglia da Poggio Imperiale a Sesto San Giovanni in provincia di Milano nel lontano 1964, ma i detti, i modi di dire, i proverbi popolari “tarnuìse” non li aveva proprio dimenticati.
Ed era un piacere conversare con lui che, con tanta lucidità ricordava fatti, storie e personaggi del suo paese natìo.
Mio suocero, Michele Palmieri, era nato a Poggio Imperiale il 20 agosto 1915 e pur avendo trascorso 45 anni della sua vita al Nord Italia, non ha mai smesso di sentirsi “tarnuèse”.
Se n’è andato nel pomeriggio di sabato scorso, 7 marzo, per raggiungere la cara moglie Elena, che lo ha preceduto il 27 aprile dello scorso anno, meno di un anno fa.
Forse anche la perdita della compagna della sua vita e madre dei suoi figli, dopo 68 anni di matrimonio, ha influito ad accelerare il “ritiro dei remi in barca”.
Aveva in effetti perso un po’ di quella vitalità che lo caratterizzava, nonostante l’età avanzata.
Lo scorso anno avevo citato mio suocero (ma anche mia suocera) nell’introduzione del mio libro” “Ddummànne a l’acquarúle se l’acqu’è fréscijche”, di cui riporto lo stralcio:
“” Lasciare che il tempo e l’incuria della gente permetta che le opere del passato, le gesta dei popoli antichi, gli usi e i costumi, le usanze e le tradizioni finiscano con l’essere a poco a poco coperti dalla polvere dell’oblio, fino a svanire inesorabilmente dalla mappa delle umane conoscenze, rappresenta davvero un crudele destino.
Ed è con questo spirito che ho iniziato, quasi per gioco, a prendere nota dei vecchi “modi di dire” del mio paese di origine, Poggio Imperiale in Provincia di Foggia (in dialetto detto: “Tarranòve”), sull’onda dei miei ricordi d’infanzia, approfondendo poi i singoli aspetti con le persone anziane del paese nel corso delle vacanze estive e nei miei periodici ritorni in paese. E, ciò, in maniera semplice e senza alcuna pretesa scientifica, storica od altro.
Di particolare ausilio al riguardo si sono dimostrate le lunghe “chiacchierate” con mio suocero Michele Palmieri, ora quasi novantatreenne, e mia suocera Elena Ciampa, recentemente scomparsa all’età di novantadue anni, che del tempo della loro gioventù a Poggio Imperiale, trascorso nella prima metà del secolo scorso, hanno sempre serbato un ricordo lucido e indelebile, nonostante il lungo periodo di permanenza nel Nord Italia ””.
Grazie…papà, resterai sempre nel nostro cuore!