20
Lug

La Luna quarant’anni fa!

Quarant’anni orsono, il 20 luglio del 1969, avevo ventiquattro anni e ricordo ancora oggi la grande emozione con la quale uomini e donne, giovani e meno giovani, ragazzi e bambini di tutto il mondo, con il fiato sospeso davanti ai televisori in bianco e nero dell’epoca, ci ritrovammo uniti in un abbraccio comune per seguire lo sbarco dell’uomo sulla Luna. Ore interminabili di cronaca televisiva del bravo Tito Stagno in collegamento con Ruggero Orlando, nostro inviato a Houston, e minuti che, nei momenti topici, duravano un’eternità. Lo “Speciale Luna” durò complessivamente trenta ore.

Che spettacolo vedere l’americano Neil Armstrong che compiva i primi passi sul suolo lunare!

Si stima che almeno cinquecento milioni di telespettatori abbiano potuto assistere alla storica passeggiata.

Sono veramente felice di poter dire che fra di loro c’ero anch’io!

 

 

E sono ancora più soddisfatto di aver potuto toccare, quarant’anni dopo, e più precisamente alla fine dello scorso mese di aprile, negli Stati Uniti d’America, a Washington, presso il “National Air and Space Museum”, un autentico “pezzetto di Luna”; un frammento di roccia lunare, un basalto, raccolto da quegli eroici astronauti che ne calcarono il suolo.

 

 

E, non solo; presso il Museo sono conservate navicelle spaziali, moduli, razzi, aerei e tutto quanto ha caratterizzato l’evoluzione aerospaziale, dai primordi ai nostri giorni, compreso anche quell’Apollo 11 del primo “allunaggio”.

Neil Armostrong, al comando della missione Apollo 11, fu il primo uomo a calcare il suolo lunare, alle ore 4,50, seguito a breve distanza da Edwin “Buzz” Aldrin, alle ore 4.57, mentre il pilota del modulo di comando Mike Collins restò in orbita.

 

 

Dopo un viaggio di centodieci ore – con soli trentanove secondi di ritardo sui piani – alle ore 22.17’40” il Lem “Eagle” (Aquila) si era posato sulla Luna.

Gli astronauti hanno atteso sei ore prima di uscire per la passeggiata.

“Un piccolo passo per l’uomo, un balzo per l’umanità”: queste furono le parole pronunciate dal comandante Neil Armstrong.

Armstrong e Aldrin trasmisero alla Terra dati sui “venti”, movimenti sismici ed altre informazioni e raccolsero 21,4 chilogrammi di campioni lunari nel raggio di sessanta metri, mentre a 380 mila chilometri di distanza, sulla Terra, arrivavano immagini surreali.

Tornarono nel Lem dopo 2 ore e 10’ e, qualche ora più tardi, il Lem si alzò per raggiungere il modulo di comando che ruotava in orbita pilotato da Mike Collins.

Un “aggangio” perfetto…e via sulla rotta di ritorno a casa sulla Terra.

Fu il coronamento di un sogno!


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