Ernesto Braccia, Nicola Verzino e Giuseppe Zangardi
Poggio Imperiale ha voluto commemorare quest’anno i suoi tre concittadini morti nei LAGER nazisti e, più precisamente, nei campi di concentramento e di prigionia di Dachau, Gross Lubars e Kaiserslauter, in Germania.
Un evento che ha avuto luogo domenica 31 gennaio scorso presso la Biblioteca Multimediale, a conclusione di una Mostra Bibliografica sulla SHOAH allestita presso la medesima Biblioteca dal 27 al 31 gennaio, in occasione della giornata della Memoria che ricorre il giorno 27 di gennaio.
La Mostra ha registrato notevole affluenza di visitatori ed anche il circuito delle visite riservate alle scolaresche è risultato di particolare interesse.
Visite delle scolaresche alla Mostra Bibliografica della Shoah
E’ importante che anche le nuove generazioni abbiano conoscenza di quanto è avvento … perché ciò non abbia mai più a ripetersi!
“Poggio Imperiale – Dachau 65 anni dopo”
Commemorazione dei concittadini deportati e morti nei lager nazisti
Questo il tema che ha fatto da sfondo alla cerimonia di commemorazione, presieduta dal Sindaco, con l’intervento dell’Assessore alla cultura e la testimonianza di alcuni reduci del secondo conflitto mondiale.
La cittadinanza è intervenuta numerosa.
Si riporta, qui di seguito, l’articolo pubblicato dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 4 febbraio 2010, concernente la manifestazione.
La pagina della “Gazzetta del Mezzogiorno” del 4 febbraio 2010
Si trascrive integralmente il testo dell’articolo.
« Ernesto, Nicola e Giuseppe uccisi dai nazisti. Poggio Imperiale ricorda le sue vittime nei campi di concentramento. Uno a casa non è più tornato. Gli altri due sono tornati nel paese natìo anni dopo la morte. E per la prima volta il paese che ha dato loro i natali, Poggio Imperiale, li ha voluti ricordare tutti e tre, in occasione della giornata della Memoria. La cerimonia domenica scorsa, nella biblioteca multimediale. Il ricordo, quello delle tre vittime terranovesi [anche così chiamati i poggioimperialesi] in campi di prigionia o di concentramento. Le storie di Ernesto Braccia, Nicola Verzino e Giuseppe Zangardi, tutti catturati dai tedeschi dopo la firma dell’armistizio, l’8 settembre 1943, sono state ricostruite da Antonio Mazzarella, assessore alla cultura e appassionato di storia locale, incrociando i dati ufficiali, le testimonianze orali e i ricordi delle famiglie. Ernesto Braccia nacque nel 1909 e morì il 31 gennaio del 1945 nel campo di concentramento di Gross Lubars, in Germania. Qualche elemento in più si conosce sulla vita di Nicola Verzino, nato nel 1925, morto il 27 luglio del 1945 nel campo di prigionia di Kaiserslauter, sempre in Germania. Verzino era un carabiniere e fu catturato in Francia. Fu facilmente individuato perché non volle liberarsi della divisa da carabiniere, che lo avrebbe reso facilmente riconoscibile. Sembra sia morto di stenti nel campo di prigionia. Anche Giuseppe Zangardi morì nel 1945, in uno dei campi di morte più tristemente noti nell’epopea dell’Olocausto, quello di Dachau. Sul braccio gli avevano tatuato il numero 54397. La sua morte sei settimane prima che il campo venisse liberato dalla 45esima divisione di fanteria dell’esercito americano. Diverse le sorti delle spoglie dei tre terra novesi dopo la loro morte. Ernesto Braccia e Nicola Verzino furono sepolti in fosse singole, i loro corpi quindi furono recuperati e tornarono a Poggio Imperiale il primo nel 1995, il secondo nel 1958. Il corpo di Giuseppe Zangardi invece fu tumulato in una fossa comune, e i resti mai ritrovati. Mazzarella ha incrociato le storie dei tre deportati durante la stesura del testo, “L’album dei ricordi di Poggio Imperiale narrato dalle immagini”, scritto con Giovanni Saitto. “Nello scrivere il libro, nel 2006 – spiega – e nel ricordare i nostri morti, in tutte le guerre, abbiamo fatto ricerche più dettagliate proprio sui tre deportati e quest’anno abbiamo voluto dedicare loro un ricordo più sentito, per farli conoscere anche ai più giovani”. Un ricordo che non si fermerà alla giornata della Memoria, poiché l’assessore ha annunciato che l’amministrazione comunale intitolerà ai tre deportati una piazzetta e nei prossimi mesi una delegazione si recherà a Dachau per deporre una lapide in pietra con il nome del terra novese che non è più tornato a casa [Ste. Lab.]».
Un momento della commemorazione del 31 gennaio 2010
In primo piano l’Assessore alla cultura ed il Sindaco sullo sfondo
La manifestazione è stata organizzata dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con gli amici della Biblioteca Comunale di Poggio Imperiale.
Il Giorno della Memoria … per non dimenticare … mai!
Il 21.10.2008 ho pubblicato su questo mio stesso sito www.paginedipoggio.com => (Blog: Come la penso io! ), nella sezione “Viaggi”, un articolo dal titolo: «YAD VASHEM IL MUSEO DELL’OLOCAUSTO: la didascalia contestata ».
L’articolo risulta, ad oggi, linkato ben 926 volte: è segno che ha destato interesse.
Quella sintesi di viaggio aveva l’intento di partecipare anche ad altri le emozioni provate nel corso della visita che io e mia moglie avevamo fatto nella primavera del 2007 allo Yad Vashem di Gerusalemme.
Dicevo, allora, che “Lo Yad Vashem è il memoriale dei sei milioni di ebrei deportati e uccisi dai nazisti. Tante foto, documenti, lettere, indumenti di ogni tipo, ricostruzione fedele di campi di concentramento e di tradotte (treni) militari, libri, oggetti personali dei deportati, ecc. Una cosa davvero toccante, che ti lascia dentro un senso di pietà e di impotenza al tempo stesso, ma che ti scatena anche sentimenti di rabbia per tutto quanto è potuto accadere”.
Ma i crimini commessi dai nazisti nei campi di concentramento non riguardano naturalmente solo gli ebrei; riguardano anche tanti altri uomini e donne, compresi i nostri tre concittadini che la comunità di Poggio Imperiale ha voluto commemorare e, a buona ragione, l’intera umanità per l’efferatezza con cui sono stati perpetrati.
In proposito, Renzo Gattegna, Presidente Unione Comunità Ebraiche Italiane, sostiene che “nei campi di concentramento nazisti sono stati commessi crimini di incredibile efferatezza. Tali crimini non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie oppressi, ma contro tutta l’umanità, segnando una sorta di punto di non ritorno nella Storia. L’umanità esige che ciò che è avvenuto non accada più, in nessun luogo e in nessun tempo. E’ di enorme importanza che le nuove e future generazioni facciano proprio questo insegnamento nel modo più vivo e partecipato possibile, stimolando il dibattito, le domande, i “perché” indispensabili per la comprensione di quei tragici eventi. Favorendo noi una riflessione vivace nei ragazzi, renderemo forse il servizio migliore a questo Giorno che, per essere vissuto nel modo più autentico, necessita di un pensiero non statico, non nozionistico. Occorre fornire alle nuove generazione gli strumenti, anche empirici, per riflettere su cosa l’umanità è stata in grado di fare, perché non accada mai più. Questo, forse, è il senso più vero del Giorno della Memoria, ed è un bene prezioso per tutti”.
Da “Il senso del Giorno della Memoria” di Renzo Gattegna
[Sito internet: htpp://www.ucei.it/giornodella memoria ]