10
Ago

Le “Perseidi”

Alla lettera, le “Perseidi” – chiamate anche "Lacrime di San Lorenzo" – sono lo “Sciame meteorico radiante della Costellazione di Perseo, che si può osservare, di notte, tra il 9 e l’11 agosto” [Il Nuovo Zingarelli, Zanichelli Editore].

La notte del 10 agosto, ogni anno, gli occhi degli italiani nel mondo si rivolgono speranzosi al cielo, per cogliere al volo una stella cadente.

Se scientificamente la caduta delle stelle è da imputarsi al passaggio, all’interno dell’orbita visiva terrestre, degli asteroidi della costellazione Perseo (detti appunto Perseidi), culturalmente la pioggia di stelle è stata elaborata in modo più poetico.

Questa notte è infatti, da tempi immemori, dedicata al martirio di San Lorenzo, dal III secolo sepolto nell’omonima basilica a Roma, e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio, che vagano eternamente nei cieli, e scendono sulla terra solo il giorno in cui Lorenzo morì, creando un’atmosfera magica e carica di speranza.

In questa notte, infatti, si crede si possano avverare i desideri di tutti coloro che si soffermino a ricordare il dolore di San Lorenzo, e ad ogni stella cadente si pronuncia la filastrocca "Stella, mia bella stella, desidero che…", e si aspetta l’evento desiderato durante l’anno.

Nella tradizione popolare, le stelle del 10 agosto sono anche chiamate "fuochi di San Lorenzo", poiché ricordano le scintille provenienti dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire, poi volate in cielo.

Anche se in realtà San Lorenzo non morì bruciato, ma decapitato, nell’immaginario popolare l’idea dei lapilli volati in cielo ha preso piede, tanto che ancora oggi in Veneto un proverbio recita "San Lorenzo dei martiri innocenti, casca dal ciel carboni ardenti".

Questa tradizione è così radicata e evocativa che anche il grande poeta Giovanni Pascoli vi dedicò un canto, chiamato X agosto, in cui rievocò la morte del padre ucciso in un’imboscata proprio quel giorno.

 X AGOSTO

di Giovanni Pascoli

San Lorenzo,

io lo so perché tanto di stelle

per l’aria tranquilla arde e cade,

perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:

l’uccisero: cadde tra i spini;

ella aveva nel becco un insetto:

la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce,

che tende quel verme a quel cielo lontano;

e il suo nido è nell’ombra,

che attende, che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:

l’uccisero: disse: Perdono;

e restò negli aperti occhi un grido:

portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,

lo aspettano, aspettano invano:

egli immobile, attonito,

addita le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi sereni,

infinito, immortale,

oh! d’un pianto di stelle lo inondi

quest’atomo opaco del Male!

Il fenomeno delle stelle cadenti è legato alla notte di San Lorenzo perché nel XIX secolo la pioggia delle stelle raggiungeva il suo massimo sviluppo proprio il 10 agosto, giorno dedicato alla festività del Santo.

Tuttavia, per ragioni astronomiche, quest’anno l’appuntamento è scivolato di un paio di giorni e la notte più favorevole sarà quella del 12 agosto.

Siamo anche fortunati: la Luna non è ancora al primo quarto e quindi non disturberà con la sua luce lo spettacolo, rendendo più facile l’intercettazione delle stelle cadenti.

Non resta che alzare gli occhi al cielo ed esprimere, come sempre, un desiderio!  


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