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La “notte magica” di santa Lucia nella Bergamasca

A Bergamo le letterine si scrivono a santa Lucia che porta i suoi doni ai bambini la notte tra il 12 e il 13 dicembre.

La ricorrenza della festività di santa Lucia è magica e coinvolge tutti, grandi e piccini.

Bergamo – bancarelle festa di santa Lucia 2010

Tanta gente affolla il centro di Bergamo per perdersi tra le bancarelle allestite tra il Sentierone e piazza Matteotti.

Alla fiera sono presenti provenienti in gran parte dalla Bergamasca ma anche da diverse altre province lombarde e non solo.

L’edizione di quest’anno si svolge da sabato 11 a lunedi 13 dicembre e rappresenta un appuntamento importantissimo per tutti i bergamaschi.

Le postazioni commerciali si congederanno dal pubblico lunedi sera, giorno della festività di santa Lucia.

I banchi sono in gran parte dedicati agli articoli di carattere natalizio: abeti, decorazioni, presepi e luminarie, ma non mancano proposte che spaziano dai dolci all’abbigliamento, dai manufatti in legno agli articoli per la casa, diversi sono i punti gastronomici rivolti a chi desidera fare uno spuntino veloce tra un acquisto e l’altro. Molti negozi restano aperti anche nella giornata di domenica, raccogliendo questa opportunità, facoltativa, concessa dal Comune di Bergamo per tutte le domeniche di dicembre.

E così questa antica tradizione che anticipa, per un verso, l’arrivo del “Bambinello” e di “Babbo Natale” in fatto di regali per i più piccoli, è finita nel tempo con il fondersi con le festività natalizie e di fine anno in un caleidoscopio di luci e colori, tra acquisti, regali, alberi di Natale addobbati, presepi e mercatini di Natale ormai presenti anche a Bergamo ed in altri comuni della Bergamasca già da diversi anni.

A Bergamo il culto di santa Lucia risale a molto lontano.

È una delle più belle tradizioni della Bergamasca: nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, la Santa si incarica di distribuire doni ai fanciulli.

Un secolo fa A. Tiraboschi (cfr. Manoscritto, Festività Bergamasche) cosi scriveva: “Chi di noi non ricorda con piacere quel tempo in cui alla sera della vigilia del giorno di santa Lucia eravamo condotti dai nostri parenti a vedere quelle due lunghe grandi fila di banchette ricoperte di dolci, di mille maniere, e fra sacchi ricolmi di noci e di castagne affumicate?… Mi reco a passeggiare tra quei banchetti che, coi loro vari paramenti e con i loro tendoni illuminati di sotto producono un bellissimo effetto: mi fermo davanti a quei sacchi di noci e dì castagne, in mezzo ai quali è conficcata una candela, e mi diverto a sentire i vari inviti che dai venditori si indirizzano ai presenti: “I e ché i bei biligòcc de la Alota” (Eccoli qui i saporiti “vecchioni” di Vallalta).

Ancora oggi i bambini si coricano presto la sera della vigilia sognando i doni che loro porterà santa Lucia e si addormentano canterellando:

“Santa Löséa Mama méa / Co’ la borsa del papà / Santa Löséa la rierà” (Santa Lucia mamma mia / con la borsa del papà / santa Lucia verrà).

O,  ancora,  quella meno smaliziata: “Santa Löséa, mama méa met ü regal in da scarpa méa, se la mama no ‘la met, al resta ot ol me scarpet”  (Santa Lucia, mamma mia metti un regalo nella mia scarpa, se la mamma non lo mette, restan vuote le mie scarpette).

Ai bimbi, la leggenda popolare ha colorito di poesia la notte di santa Lucia; la Santa scende con un asinello a distribuire i doni ai bimbi buoni.

Bisogna far trovare sotto la cappa del camino, da cui discende, della paglia per nutrire l’asinello, e poi chiudere presto gli occhi curiosi al sonno, perché la Santa non vuol farsi scorgere.

Alcuni dicono che ai bimbi disubbidienti, ancora svegli per cercare di vederla, santa Lucia getta cenere negli occhi e passa oltre senza lasciare doni.

La notte del 12 dicembre c’era l’usanza di appendere alle finestre, da parte dei bambini, dei mazzetti di carote per ingolosire l’asinello di santa Lucia, ed invogliare la santa a lasciare più doni.

Altro uso antico era quello di mettere fuori dalla finestra uno zoccolo di legno chiuso davanti con dentro un po’ di crusca per l’asinello ed un bicchiere di legno pieno d’acqua per dissetare santa Lucia.

Accanto a tutto ciò veniva posto un lumino acceso per illuminare la finestra per indicare la presenza di bambini.

La mattina, si apriva la finestra e si trovava ben poco: “pastefrolle, caldarroste, carrube, castagne bollite, noci, nocciole, arachidi, cachi, mandarini, fichi secchi e croccanti fatti in casa con nocciole, acqua e zucchero, sandaletti, scarpe”, oppure “maglioni e calze pesanti di lana” necessarie per l’inverno.

I regali per le bambine erano di solito “bambole in legno o in pezza” fatte dalla nonna; i bambini trovavano giocattoli di legno “cavallini, carriole, trenini, fucili”, od anche “biglie e fionde”.

Le letterine dei bambini ai piedi di santa Lucia

Vi è pure la tradizione che il 13 dicembre siano raccolte ai piedi della Santa le letterine scritte dai bambini.

Molti piccoli, con la crisi attuale, forse pensano bene di dare una mano … alla Santa, aggiungendo nella busta, insieme alla letterina, i loro risparmi …  per aiutare i bambini meno fortunati.

 

Foto: Lorenzo Bove

Le informazioni e le notizie sulla tradizione della festività di santa Lucia nella Bergamasca sono state attinte da vari siti Internet.

 


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