E’ sempre bello e piacevole fare un salto da Milano a Como.
In inverno il clima è mite, le estati ventilate, alberi fioriti in primavera, ed altre fantastiche caratteristiche rendono Como una meta ideale in tutte le stagioni.
Città lombarda fiera e stupenda, industriale e turistica ad un tempo, capoluogo di provincia con circa 85.000 abitanti, Como sorge vicino al confine con la Svizzera e si stende sul ramo occidentale del lago omonimo, uno dei principali laghi italiani.
La città vive in simbiosi con il suo lago e con i monti che lo circondano, incastonata come un gioiello in una verde conca all’estremità meridionale, parte di un paesaggio unico, romantico per eccellenza, prediletto dai poeti e dagli innamorati, modellato dalla natura e dall’uomo.
Anche se oggi è completamente urbanizzato, il territorio continua ad essere il luogo incantevole scoperto e conquistato dai Romani quasi due secoli prima di Cristo. Da allora i turisti hanno continuato, attraverso i secoli, ad affluirvi, richiamati dal fascino esercitato dalla zona, dal clima dolce, dalle suggestioni dei luoghi rievocati da Alessandro Manzoni nel suo celebre romanzo i “Promessi Sposi”.
Interessante è percorrere il lago col battello da una riva all’altra, e farsi condurre alla magica scoperta dei dintorni: boschi che s’arrampicano sui verdi pendii, cascatelle che scendono come fili argentati, caratteristiche chiesette, villini seminascosti dalla vegetazione, belle ville cinquecentesche e antichi incantevoli borghi che racchiudono testimonianze storiche d’inestimabile valore: Cernobbio, Blevio, Torno, Moltrasio, Tremezzo, Griante, Urio, Bellagio, spesso scenari di storie d’amore romantiche e drammatiche.
Altra attrattiva è la funicolare Como – Brunate e ampi sono i panorami sulla pianura e su tutta la regione dei Laghi che si possono ammirare dall’alto.
A Como, numerosi sono i monumenti che si possono visitare, a partire da Piazza Duomo, con la Cattedrale la cui straordinaria bellezza si deve alla bravura dei Maestri Comacini.
Notevole è l’adiacente Palazzo del Broletto, antica sede comunale. E, ancora, Piazza Verdi, con i monumenti che ricordano varie epoche storiche (le mura medioevali, il teatro neoclassico e la Casa del Fascio), la Basilica di San Fedele e Porta Torre.
Da Piazza Duomo si prosegue per Corso Vittorio Emanuele, via piena di negozi, bar e ristoranti, fino a giungere a Palazzo Giovio, sede del Museo Civico Archeologico dedicato a diversi periodi storici che vanno dalla Preistoria fino al Medioevo.
Il Tempio Voltiano, inaugurato nel 1928 per celebrare l’opera di Alessandro Volta, celebre scienziato comasco; il Tempio ospita più di 200 reperti di cui circa la metà originali.
Altra grande attrazione turistica della città è il Museo della Seta, che conserva antichi macchinari e tessuti, che mostra 150 anni di tradizione delle tecniche relative alla lavorazione della seta.
La storia del filo d’oro inizia lontano. Per secoli esclusivo segreto della corte imperiale cinese, la lavorazione della seta venne importata in Italia solo dopo l’anno mille e si diffuse nelle regioni del Sud, soprattutto in Sicilia. A Como arrivò attorno al 1400 e subito ebbe grande sviluppo grazie anche alla lungimiranza del duca Ludovico Sforza, il quale obbligò i contadini a piantare nei loro campi gli alberi di gelso. Una decisione che gli valse il titolo di Ludovico il Moro, dal nome della pianta di gelso, in latino “bombix mori” e in dialetto comasco “murun”. Le foglie di gelso sono infatti ancora oggi l’unico cibo del baco da seta, che da migliaia di anni compie il suo ciclo vitale dalle minuscole uova al prezioso bozzolo. Fino agli inizi del ‘900 i contadini si trasformavano in bachicoltori nel periodo primaverile, per riuscire ad arricchire le loro magre entrate economiche. Le donne della famiglia e i bambini avevano il compito di raccogliere le foglie di gelso e tagliarle affinché i minuscoli bruchi potessero cibarsene. Una volta cresciuti, i bachi cominciano a produrre un sottilissimo filo col quale si avvolgono creando il bozzolo che servirà loro a trasformarsi in farfalla. Quest’ultima fase deve però essere interrotta per poter riuscire a “svolgere” il bozzolo ed ottenere un unico lungo filo lungo circa 1500 metri che verrà unito ad altri fili per ottenere la giusta resistenza. Da questo momento in poi inizia la trasformazione del filo in tessuto, e soprattutto, ciò per cui la città di Como è famosa nel mondo: la creazione del design che rende unico ogni prodotto di seta. Ancora oggi Como, con il suo distretto serico, è considerata la capitale mondiale della seta. Il filo grezzo viene però importato dalla Cina e dal Brasile e nelle numerose tessiture, stamperie e seterie lariane si trasforma in foulard, cravatte, abiti e accessori firmati dai nomi più importanti della moda mondiale, che vengono a Como per scegliere i disegni esclusivi per le loro “maisons”. L’importanza sociale ed economica che la seta ha avuto nel comasco è testimoniata da alcuni interessanti musei che permettono di conoscere questo pregiato prodotto e le sue varie fasi di lavorazione.