Una zuppa di pesce in uno dei suoi caratteristici ristoranti marinari o semplicemente una passeggiata nei vicoli del Borgo vecchio tra locali e negozietti aperti fino a tardi, assaporando magari un gustoso gelato; questo (ed altro ancora) offre Termoli nelle sere d’estate, dopo una giornata di mare e di sole.
Arroccato su un piccolo promontorio roccioso, il Borgo vecchio di Termoli, che molti dicono ricordi la forma di un cuore ed altri di un pugno, si protende verso il mare Adriatico, dove verso est si intravede, nelle giornate limpide, il profilo dell’arcipelago delle isole Tremiti, raggiungibili in motonave o in aliscafo dal porto di Termoli.
Il Borgo vecchio risale al V secolo: la città visse tra le mura che recintano il Borgo vecchio fino al 1847, quando re Ferdinando Il di Borbone autorizzò i termolesi a costruire fuori dalle mura.
Il Borgo appare come un intricato labirinto di stradine strette e tortuose, tra cui il celebre Vico II Castello – tra i più stretti d’Europa – che si stringono attorno al Duomo (Cattedrale di San Basso patrono di Termoli), quasi a voler sfruttare ogni metro quadrato disponibile dell’esiguo spazio, ove l’azzurro del mare riempie di colore ogni suo scorcio.
La chiesa principale di Termoli è un insigne monumento di arte romanica con oltre 800 anni di storia, che ha mantenuto immutato nei secoli il suo splendore con i colori della pietra chiara con cui è stato costruito; ancora prima nello stesso posto sorgeva un’altra cattedrale piena di mosaici, presumibilmente costruita sulle rovine di un tempio romano.
Nel tempo, molte cose sono cambiate, soprattutto dopo che – ormai da diversi anni – è iniziato il recupero architettonico e la valorizzazione del Borgo vecchio, che appare oggi come uno scrigno in cui le casette rimodernate, ma (quasi) sempre in perfetto stile con l’originario impianto architettonico , custodiscono la storia di secoli.
Per entrare nel Borgo vecchio ci sono due ingressi, uno sul lato nord, ai piedi del Castello, e uno sul lato del porto, caratterizzato da una porta ad arco e dalla torretta del Belvedere dalla quale si ammira il panorama del porto gremito di colorate barche dondolanti e della spiaggia a sud di Termoli.
Dentro le mura del Borgo vecchio di Termoli le casette dei pescatori lasciano poco spazio alle stradine strette e attorcigliate, come si conviene a una cittadella fortificata che subiva l’assalto dei Turchi (e altri invasori) e doveva fare di ogni angolo un punto di difesa e di ogni strettoia un mortale agguato.
Fra scorci incantevoli e sprazzi di mare che guizzano sullo sfondo di un vicoletto, di tanto in tanto si schiudono piccole e graziose piazzette.
Nel dedalo di viuzze e stradine si apre inaspettata, quasi a sorpresa, una piazza più ampia, recintata da case basse colorate di bianco e d’ocra, e lì ad un angolo la Cattedrale di San Basso.
Continuando a passeggiare lungo il perimetro della cinta muraria si arriva al Faro che dialoga in silenzio con la luce del corrispondente Faro di Punta Penna sul promontorio di Vasto; a questo punto del percorso si staglia netta l’immagine del Castello Svevo, dal suo ingresso fino alla cima dove si trova la torretta meteorologica costruita dall’Aeronautica militare.
Il Castello caratterizza con il suo profilo l’immagine del Borgo vecchio. La sua struttura è semplice ed è costituita da una base tronco-piramidale munita di torrette cilindriche agli spigoli e sormontata da una torre parallelepipeda di minori dimensioni. Sul lato nord è visibile l’avancorpo dell’antico ponte levatoio, che fungeva da ingresso. La semplicità della struttura e le sue caratteristiche difensive fanno pensare che sia stato costruito in epoca normanna (XI secolo), nel luogo ove già esisteva un torrione di epoca longobarda.
Il Castello è comunemente definito Svevo, probabilmente in seguito alla ristrutturazione, databile intorno al 1247, che Federico II fece eseguire, come testimonia una lapide ritrovata all’interno di una delle torrette angolari. Tale intervento sarebbe stato attuato nel 1240, successivamente alla distruzione delle difese esistenti per opera della flotta veneziana, alleata di Papa Gregorio IX.
Nel corso dei secoli il Castello ha subito varie modifiche soprattutto dopo l’avvento delle armi da fuoco. Durante i recenti restauri sono stati ritrovati dei graffiti databili al secolo XVI, ed alcuni disegni al carbone lasciati sulle pareti della cisterna inferiore nel periodo in cui questa era adibita a carcere borbonico.
Dal 1885 il Castello di Termoli è stato annoverato tra i monumenti nazionali e designato quale museo storico regionale.
La festa di San Basso patrono di Termoli
La festa religiosa di San Basso ricorre il 5 dicembre, giorno in cui nella cattedrale romanica, dove sono conservate le reliquie, il vescovo celebra una solenne Messa in onore del Santo alla presenza di autorità, associazioni, marinai e gente devota. Ma i festeggiamenti veri e propri si tengono in estate tra il 3 ed il 4 agosto. La mattina del 3 agosto, dopo la S. Messa in cattedrale, si procede con la tipica e suggestiva “processione per mare”, durante la quale la statua di San Basso viene portata a bordo del motopeschereccio della flotta termolese, estratto a sorte giorni prima, addobbato per l’occasione. Le altre imbarcazioni seguono l’imbarcazione del Santo cariche di gente, formando così un corteo molto suggestivo. A metà percorso, dal battello col Santo viene gettata in acqua una corona di fiori in onore del protettore ed in segno di legame con il mare: un’antica leggenda narra, infatti, che furono proprio dei pescatori termolesi a ritrovare a largo il sarcofago con le reliquie del vescovo San Basso. A mezzogiorno circa il corteo rientra in porto e la festa prosegue in serata quando la statua viene portata a spalla in processione per le stradine del Borgo fino al mercato ittico dove viene venerata fino al mattino successivo. Alle 6 del mattino del 4 agosto, dopo la veglia notturna, viene celebrata una Messa dinanzi allo stesso mercato che conclude la permanenza della statua del santo negli ambienti dei marinai. La sera alle 19,00 viene celebrata un’altra Messa, stavolta nella piazza antistante la Cattedrale, e a seguire l’ultima processione, la più partecipata, stavolta per le vie cittadine. La festa prosegue poi tra bancarelle, noccioline, giostre e gli immancabili spettacolari fuochi pirotecnici che salutano rimandando l’appuntamento all’anno successivo.