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Una gita alle Tremiti

Lunedi 5 settembre 2011, partenza alle ore 8,40 da Termoli con la “Tremiti Jet” della NLG “Navigazione Libera del Golfo” e, solo dopo 50 minuti di navigazione, eccoci sbarcati sull’Isola di San Domino, nell’arcipelago delle Tremiti.

Le Isole Tremiti per la loro bellezza vengono definite “Le Perle dell’Adriatico” e sono meta preferita di moltissimi turisti. Le perle di questo magnifico arcipelago sono San Nicola, San Domino, Cretaccio, Capraia e Pianosa.

Un giro in barca dell’Arcipelagogo è d’obbligo per poter ammirare e visitare grotte, cale, punte e scogliere di rara bellezza, raggiungibili solo via mare.

Partiamo dallo scalo marittimo di San Domino e cominciamo il giro dell’isola, ammirando via via Cala delle Arene, Cala dello Spido, Punta Matano ed attigua Cala Matano, Punta del Pigno e relativa Cala, Scoglio dell’Elefante, Grotta del Sale ed attigua Cala, Grotta delle Viole, Cala dello zio Cesare, I Tre Segni, Grotta del Bue Marino, Architiello, Punta Secca, Grotta delle Rondinelle, Cala dei Benedettini, Cala degli Inglesi, Cala Tramontana, Cala Tamariello, Punta Diamante.

Il percorso prosegue costeggiando prima l’Isola del Cretaccio e, a seguire, l’Isola di San Nicola, fino a raggiungere l’Isola di Capraia, in prossimità della quale una sosta è doverosa per tuffarsi ed immergersi in un mare cristallino fra una miriade di pesci fino a scrutare la statua di San Padre Pio adagiata sul fondo.

Si riprende il giro costeggiando il lato opposto dell’Isola di San Nicola, fino ad approdare al suo scalo marittimo.

La visita a piedi della “Fortezza di San Nicola” offre un viaggio a ritroso nel tempo; una meta imperdibile per gli appassionati di storia tra fortezza, abbazia, cittadella e penitenziario.

Un bagno nelle acque limpide e trasparenti ai piedi della fortezza prima di risalire in barca e farsi traghettare nuovamente al punto di partenza dell’Isola di San Domino: un’isola d’incanto dove trascorrere soggiorni d’incanto in una delle strutture ricettive immerse nel verde dei pini d’aleppo.

Una passeggiata a piedi per 5 km circa di percorso, costeggiando tutte le insenature principali dell’isola, ed infine un bagno salutare a Cala delle Arene prima di imbarcarsi, alle 17,30, sulla “Tremiti Jet” per il viaggio di ritorno.

La Isole di Tremiti, tra storia e leggenda

In epoca romana le isole erano conosciute con il nome Diomedee, dal mitico eroe greco Diomede che secondo la leggenda, nel suo peregrinare nel mare Adriatico, si fermò nella Daunia dove fondò diversi centri, ma la sua vita ebbe fine nell’arcipelago dove fu anche sepolto. I suoi compagni furono trasformati da Venere in uccelli: le Diomedee, appunto, sono uccelli dalla grande apertura alare, che ogni primavera lasciano l’Africa Orientale verso l’Adriatico per nidificare sulle pareti a strapiombo tipiche della costa di queste isole. Il loro canto che si sente in particolare nelle ore notturne, altro non è che il lamento dei compagni di Diomede che piangono la perdita del loro eroe.

Molte narrazioni diverse tra loro sono accomunate nel collocare il luogo della scomparsa dell’eroe nelle isole Tremiti. Alcune parlano della morte avvenuta in seguito ad un naufragio, ma la versione più comune della leggenda narra del ritiro di Diomede, insieme ai suoi compagni, sull’arcipelago, dove andrà incontro alla morte. Sull’isola di San Nicola vi è una tomba di epoca ellenica chiamata ancora oggi tomba di Diomede.

Alcuni ritrovamenti sull’Isola di San Domino testimoniano la presenza dell’uomo Neolitico ed altre testimonianze dell’età del Bronzo sono state rinvenute sull’Isola di San Nicola. In quest’ultima sono presenti resti dell’età classico-ellenistica ed anche una “domus romanae”.

All’inizio dell’anno mille i Monaci Benedettini Cassinesi avevano fondato un centro religioso.

Nel Medioevo notevole importanza acquistò l’Abbazia fondata nel 1010 dai Benedettini Cassinesi sull’isola di San Nicola; la Chiesa di Santa Maria ed i resti della fortezza rappresentano uno dei gioielli architettonici più belli d’Italia.

L’abbazia fu soppressa nel 1780 da Ferdinando II che vi costituì una colonia penale ed in epoca fascista venne utilizzata come luogo di confino per i dissidenti del regime.

Oggi l’isola è abitata da meno di 500 residenti per tutto l’anno, mentre d’estate diventa un centro frequentatissimo.

Dal 1989 è stata istituita la riserva naturale marina delle Isole Tremiti.

Delle Isole Tremiti solo due sono abitate, l’Isola di San Domino e l’Isola di San Nicola, e sulla prima si concentrano la maggior parte delle strutture di accoglienza turistica, i residence, i villaggi turistici, gli hotel, i B&b e le pensioni.

L’isola è decisamente amata anche dai velisti e dai navigatori, che vi approdano durante tutta la stagione estiva, sebbene le isole non siano provviste di una vera e propria struttura portuale ma semplicemente di alcune banchine cui attraccare.

Alle Isole Tremiti non ci sono spiagge, se non in un paio di località: Cala delle Arene sull’isola di San Domino caratterizzata da una lingua di sabbia con accanto una suggestiva grotta dallo stesso nome lunga circa 10 metri, e Cala Pietra di Fucile, così chiamata per la singolare conformazione dei ciottoli che la compongono, tondi a tal punto che un tempo venivano forse usati proprio come proiettili.

Il fatto che non ci siano spiagge però non è certo scoraggiante, almeno per chi ama il mare, perchè le decine di calette che si possono raggiungere lungo il litorale, Cala dello Spido, Cala Matano, Cala degli Inglesi, Cala Tonda per ricordare solo quelle più conosciute, difficilmente fanno rimpiangere la spiaggia.

Un mare limpido così lo si può ammirare solo raramente, e lo si può verificare già dalla cima delle scogliere, prima di scendere nelle insenature a filo dell’acqua. E’ infatti possibile scorgere il fondo del mare già dall’alto, e per parecchi metri sott’acqua.

Inoltre le Isole Tremiti sono un vero e proprio paradiso per gli amanti delle immersioni ed anche nella pesca subacquea là dove è consentito dalle leggi che proteggono la riserva naturale.

Le isole Tremiti (o Diomedee) sono un arcipelago del mare Adriatico, sito 12 miglia nautiche a nord del promontorio del Gargano e 24 ad est della costa molisana.

Amministrativamente, l’arcipelago costituisce il comune italiano di Isole Tremiti di 496 abitanti della provincia di Foggia in Puglia.

Il comune fa parte del Parco Nazionale del Gargano e dal 1989 una porzione del suo territorio costituisce la Riserva naturale marina Isole Tremiti.

Anche essendo il più piccolo e il secondo meno popoloso comune della Puglia (con meno abitanti vi è solo Celle di San Vito), è uno dei centri turistici più importanti dell’intera regione.

Per la qualità delle sue acque di balneazione è stato più volte insignito della Bandiera Blu, prestigioso riconoscimento della Foundation for Environmental Education.

Nelle isole Tremiti la popolazione parla una lingua napoletana (il dialetto ischitano) anziché il dialetto foggiano, parlato nella vicina terraferma: questo è spiegabile in quanto l’isola fu popolata da Ferdinando II nel 1843 con pescatori provenienti da Ischia e da famiglie di mercanti del Regno delle due Sicilie che continuarono a parlare e a diffondere la lingua d’origine anche a distanza di tempo.

L’arcipelago è composto dalle isole di:

San Nicola, sulla quale risiede la maggior parte della popolazione e si trovano i principali monumenti dell’arcipelago.

San Domino, più grande, sulla quale sono insediate le principali strutture turistiche grazie alla presenza dell’unica spiaggia sabbiosa dell’arcipelago (Cala delle Arene).

Capraia (detta pure Caprara o Capperaia), la seconda per grandezza, disabitata.

Pianosa, un pianoro roccioso anch’esso completamente disabitato e distante una ventina di chilometri dalle altre isole.

Il Cretaccio, un grande scoglio argilloso a breve distanza da San Domino e San Nicola.

La Vecchia, uno scoglio più piccolo del Cretaccio e prossimo a questo.

Altre leggende

La fantasia popolare ha coronato ogni luogo delle isole di suggestioni.

All’isola-scoglio del Cretaccio è legata una leggenda, dalle tinte macabre, che vuole che su di esso si aggiri di notte, soprattutto in concomitanza di bufere, un uomo che regge tra le mani la sua testa, popolando lo scoglio argilloso delle sue urla. Sarebbe il fantasma di un detenuto evaso dalla colonia penale presente un tempo nell’arcipelago, che una volta ricatturato, fu decapitato proprio su quest’isolotto.

Ad arricchire la suggestione si aggiunge la credenza popolare che vuole che sullo scoglio attiguo, chiamato la Vecchia, prima di ogni temporale compaia il fantasma di una vecchia (da cui il nome dello scoglio) intenta a filare. Sarebbe lo spirito di una strega che in epoca remota fu proprietaria dello scoglio.


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