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Ott

Angelo Scola, il prescelto!

Il nuovo Arcivescovo di Milano sarà il futuro papa?

Si è parlato nei giorni scorsi di (possibili) dimissioni dell’attuale papa in primavera del prossimo anno, in occasione del suo ottantacinquesimo compleanno, anche se le voci non hanno poi trovato riscontri e conferme ufficiali presso la Santa Sede.

Ma c’è forse qualche attinenza con la recente nomina dell’ex Patriarca di Venezia Angelo Scola ad Arcivescovo di Milano?

Sicuramente si tratta di una nomina ricca di significati; una scelta pastorale forte, visto il carisma del porporato, la sua visibilità internazionale, la fama di teologo, la discreta ma costante inclusione del suo nome tra i Cardinali “papabili”.

Una designazione che peserà sugli equilibri della Chiesa italiana, e non solo, soprattutto perché è il frutto di una scelta di Benedetto XVI, che ha consultato tutti e imposto alla Curia di seguire le procedure canoniche, ma poi ha deciso da solo.

Una nomina di grande spessore, e molti ritengono di poter annoverare il nome del nuovo Arcivescovo che si è insediato in quella che fu la Cattedra di Ambrogio, fra i “papabili” più autorevoli, visto che Milano ha dato nel passato secolo due Pontefici: Achille Ratti (Pio XI) e Giovanni Battista Montini (Paolo VI).

Ma, al di là di tutto, una sfida comunque difficile, nella Diocesi più grande del mondo.

La scorsa domenica 25 settembre l’abbraccio di Milano ad Angelo Scola, il suo nuovo Vescovo.

Alle ore 16 è giunto nella basilica di Sant’Eustorgio, luogo carico di tradizione simbolica e porta d’ingresso per la prima entrata in città di tutti i vescovi ambrosiani: è il più antico luogo di culto cristiano di Milano, quello dei primi battesimi, dei primi martiri e della loro sepoltura.

Scola e il corteo che lo accompagnava ha poi ripreso l’itinerario che lo ha portato in Piazza Duomo intorno alle 16.45 ove, ad aspettarlo davanti alla Cattedrale milanese, c’era il suo predecessore Cardinale Emerito Dionigi Tettamanzi, con il quale ha fatto solenne ingresso in Duomo, dopo che quest’ultimo gli aveva lasciato il bastone pastorale di San Carlo e che da secoli si tramanda da un vescovo all’altro e che rappresenta il passaggio di consegne alla guida della Chiesa ambrosiana.

Angelo Scola aveva iniziato il suo viaggio di avvicinamento a Milano partendo alle 14.00 da Malgrate, suo paese natale a pochi chilometri da Lecco. E il primo momento di preghiera e riflessione personale sul compito che lo aspetta è avvenuto già lì, nella chiesa parrocchiale di San Leonardo in cui fu battezzato e dove il parroco don Luciano Capra – suo futuro segretario particolare – l’ha accolto insieme con le autorità locali. In chiesa i nipotini e i parenti. Il successivo momento di solitudine e raccoglimento se lo è riservato subito dopo, nel piccolo cimitero, proprio di fronte alla chiesa, dove sono sepolti i suoi genitori e suo fratello.

La liturgia in Duomo ha avuto inizio con la lettura della lettera con cui il pontefice ha nominato Angelo Scola nuovo Arcivescovo di Milano, a cui ha fatto seguito il saluto ufficiale di Tettamanzi.

Quindi Scola si è seduto sulla cattedra arcivescovile per ricevere il saluto dell’Arciprete della Cattedrale e di alcuni rappresentanti del clero, dei religiosi, dei laici della diocesi.

La Messa si è conclusa con la benedizione, impartita dal Duomo all’intera Arcidiocesi.

Poi, mentre la processione dei Vescovi ritornava in sacrestia, l’Arcivescovo si è trattenuto davanti all’altare maggiore per salutare autorità e Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano; quindi ha percorso la navata centrale per un ulteriore saluto ai numerosi fedeli assiepati all’esterno, dal sagrato del Duomo.

«Un uomo di grande cultura, di molteplice esperienza, di forte passione ecclesiale», ha detto Tettamanzi di Scola annunciandone la nomina a Milano.

Il Pastore, l’Educatore, il Teologo, l’Intellettuale. Il Vescovo di Grosseto. Il Rettore della Lateranense. Il Patriarca di Venezia. Ora, l’Arcivescovo di Milano. Sulla Cattedra di Ambrogio e di Carlo, con il motto che lo guiderà anche nella nuova sede: “Sufficit gratia tua”.


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